Page 1374 - Giorgio Vasari
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detta  sepoltura,  dove  avvenne  che  Baccio,  o  che  egli  pigliasse
               dispiacere et alterazione d'animo nel maneggiar l'ossa di suo padre, o
               che troppo s'affaticasse nel tramutare quell'ossa con le proprie mani
               e nel murare i marmi, o l'uno o l'altro insieme, si travagliò di maniera,
               che sentendosi male et andatosene a casa et ogni dì più aggravando

               il  male,  in  otto  giorni  si  morì,  essendo  d'età  d'anni  settantadue,
               essendo  stato  fino  allora  robusto  e  fiero,  senza  aver  mai  provato
               molti  mali  mentre  ch'e'  visse.  Fu  sepolto  con  onorate  essequie  e

               posto  allato  all'ossa  del  padre  nella  sopra  detta  sepoltura  da  lui
               medesimo lavorata, nella quale è questo epitaffio:


               D.O.M.

               BACCIUS BANDINELLUS DIVI IACOBI EQUES

               SUB HAC SERVATORIS IMAGINE,

               A SE EXPRESSA, CUM IACOBA DONIA

               UXORE QUIESCIT. ANNO SALUTIS MDLIX.



               Lasciò  figliuoli  maschi  e  femmine,  i  quali  furono  eredi  di  molte
               facultà, di terreni, di case e di danari, le quali egli lasciò loro, et al
               mondo  lasciò  l'opere  da  noi  descritte  di  scultura  e  molti  disegni  in
               gran numero, i quali sono appresso i figliuoli, e nel nostro libro ne

               sono  di  penna  e  di  matita  alcuni  che  non  si  può  certamente  far
               meglio.

               Rimase  il  marmo  del  gigante  in  maggior  contesa  che  mai,  perché
               Benvenuto  era  sempre  intorno  al  Duca  e  per  virtù  d'un  modello
               piccolo, che egli aveva fatto, voleva che 'l Duca glielo desse; dall'altra

               parte  l'Ammannato,  come  quello  era  scultore  di  marmi  e
               sperimentato in quelli più che Benvenuto, per molte cagioni giudicava
               che a lui s'appartenesse questa opera. Avvenne che a Giorgio bisognò
               andare  a  Roma  col  cardinale  figliuolo  del  Duca,  quando  prese  il

               cappello, al quale avendo l'Ammannato dato un modelletto di cera,
               secondo che egli desiderava di cavare del marmo quella figura et uno
               legno, come era appunto grosso e lungo e largo e bieco quel marmo,
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