Page 1375 - Giorgio Vasari
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acciò  che  Giorgio  lo  mostrasse  a  Roma  a  Michelagnolo  Buonarroti
               perché egli ne dicesse il parere suo, e così movesse il Duca a dargli il
               marmo, il che tutto fece Giorgio volentieri, questo fu cagione che 'l
               Duca  dette  commessione  che  e'  si  turasse  un  arco  della  loggia  di
               piazza e che l'Ammannato facesse un modello grande quanto aveva a

               essere il gigante. Inteso ciò Benvenuto, tutto in furia cavalcò a Pisa,
               dove era il Duca, dove dicendo lui che non poteva comportare che la
               virtù sua fusse conculcata da chi era da manco di lui e che desiderava

               di  fare  a  concorrenza  dell'Ammannato  un  modello  grande  nel
               medesimo  luogo,  volle  il  Duca  contentarlo  e  gli  concesse  ch'e'  si
               turasse l'altro arco della loggia, e fece dar a Benvenuto le materie,
               acciò  facesse  come  egli  voleva  il  modello  grande  a  concorrenza
               dell'Ammannato. Mentre che questi maestri attendevano a fare questi

               modelli e che avevano serrato le loro stanze, sì che né l'uno né l'altro
               poteva vedere ciò che il compagno faceva, benché fussino appiccate
               insieme  le  stanze,  si  destò  maestro  Giovan  Bologna  fiammingo

               scultore,  giovane  di  virtù  e  di  fierezza  non  meno  che  alcuno  degli
               altri.  Costui  stando  col  signor  don  Francesco  principe  di  Firenze,
               chiese  a  sua  eccellenza  di  poter  fare  un  gigante,  che  servisse  per
               modello, della medesima grandezza del marmo et il principe ciò gli
               concesse. Non pensava già maestro Giovan Bologna d'avere a fare il

               gigante  di  marmo,  ma  voleva  almeno  mostrare  la  sua  virtù  e  farsi
               tenere  quello  che  egli  era;  avuta  la  licenza  dal  principe,  cominciò
               ancora  egli  il  suo  modello  nel  convento  di  S.  Croce.  Non  volle

               mancare  di  concorrere  con  questi  tre  Vincenzio  Danti  perugino,
               scultore giovane di minore età di tutti, non per ottenere il marmo, ma
               per mostrare l'animosità e l'ingegno suo. Così messosi a lavorare di
               suo nelle case di Messer Alessandro di Messer Ottaviano de' Medici,
               condusse  un  modello  con  molte  buone  parti  grande  come  gli  altri.

               Finiti i modelli, andò il Duca a vedere quello dell'Ammannato e quello
               di Benvenuto, e piaciutogli più quello dell'Ammannato che quello di
               Benvenuto, si risolvé che l'Ammannato avesse il marmo e facesse il

               gigante, perché era più giovane di Benvenuto e più pratico né marmi
               di lui. Aggiunse all'inclinazione del Duca Giorgio Vasari, il quale con
               sua  eccellenza  fece  molti  buoni  ufizi  per  l'Ammannato,  vedendolo
               oltre al saper suo pronto a durare ogni fatica e sperando che per le
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