Page 1370 - Giorgio Vasari
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qualche mal fine, e fece far loro un ritratto grande della sua testa fino
               alla  cintura,  che  l'uno  e  l'altro  si  gettassi  di  bronzo,  acciò  che  chi
               facesse  meglio  avesse  l'onore.  In  questi  travagli  et  emulazioni  finì
               Baccio  il  suo  Dio  Padre,  il  quale  ordinò  che  si  mettesse  in  chiesa
               sopra la basa a canto all'altare. Questa figura era vestita et è braccia

               sei  alta  e  la  murò  e  finì  del  tutto.  Ma  per  non  la  lasciare
               scompagnata, fatto venire da Roma Vincenzio de' Rossi scultore suo
               creato, volendo nell'altare tutto quello che mancava di marmo farlo di

               terra, si fece aiutare da Vincenzio a finire i due Angeli che tengono i
               candelieri in su' canti, e la maggior parte delle storie della predella e
               basamento;  messo  di  poi  ogni  cosa  sopra  l'altare,  acciò  si  vedesse
               come aveva a stare il fine del suo lavoro, si sforzava che 'l Duca lo
               venisse a vedere, innanzi che egli lo scoprisse. Ma il Duca non volle

               mai  andare,  et  essendone  pregato  dalla  Duchessa,  la  quale  in  ciò
               favoriva Baccio, non si lasciò però mai piegare il Duca, e non andò a
               vederlo, adirato perché di tanti lavori Baccio non aveva mai finitone

               alcuno,  et  egli  pure  l'aveva  fatto  ricco  e  gli  aveva  con  odio  de'
               cittadini  fatto  molte  grazie  et  onoratolo  molto.  Con  tutto  questo
               andava sua eccellenza pensando d'aiutare Clemente figliuolo naturale
               di  Baccio  e  giovane  valente,  il  quale  aveva  acquistato  assai  nel
               disegno, perché e' dovesse toccare a lui col tempo a finire l'opere del

               padre.

               In  questo  medesimo  tempo,  che  fu  l'anno  1554,  venne  da  Roma,
               dove serviva papa Giulio Terzo, Giorgio Vasari aretino per servire sua
               eccellenza  in  molte  cose  che  l'aveva  in  animo  di  fare  e
               particularmente innovare di fabbriche et ornare il palazzo di piazza e

               fare  la  sala  grande,  come  s'è  di  poi  veduto.  Giorgio  Vasari  di  poi
               l'anno  seguente  condusse  da  Roma,  et  acconciò  col  Duca,
               Bartolommeo Ammannati scultore per fare l'altra facciata dirimpetto
               all'udienza cominciata da Baccio in detta sala et una fonte nel mezzo

               di  detta  facciata,  e  subito  fu  dato  principio  a  fare  una  parte  delle
               statue  che  vi  andavano.  Conobbe  Baccio  che  'l  Duca  non  voleva
               servirsi più di lui, poi che adoperava altri, di che egli avendo grande
               dispiacere e dolore era diventato sì strano e fastidioso, che né in casa

               né  fuora  non  poteva  alcuno  conversare  con  lui,  et  a  Clemente  suo
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