Page 1369 - Giorgio Vasari
P. 1369
dove doveva stare la statua di Dio Padre, avendone fatto un modello,
finalmente la cominciò, e tenendovi scarpellini andava lentamente
seguitando. Venne in que' giorni di Francia Benvenuto Cellini, il quale
aveva servito il re Francesco nelle cose dell'orefice, di che egli era ne'
suoi tempi il più famoso, e nel getto di bronzo aveva a quel re fatto
alcune cose; et egli fu introdotto al duca Cosimo, il quale desiderando
d'ornare la città, fece a lui ancora molte carezze e favori. Dettegli a
fare una statua di bronzo di cinque braccia incirca di uno Perseo
ignudo, il quale posava sopra una femmina ignuda fatta per Medusa,
alla quale aveva tagliato la testa, per porlo sotto uno degli archi della
loggia di piazza. Benvenuto mentre che faceva il Perseo, ancora
dell'altre cose faceva al Duca. Ma come avviene che il figulo sempre
invidia e noia il figulo, e lo scultore l'altro scultore, non potette Baccio
sopportare i favori varii fatti a Benvenuto. Parevagli ancora strana
cosa che egli fusse così in un tratto di orefice riuscito scultore, né gli
capiva nell'animo che egli, che soleva fare medaglie e figure piccole,
potesse condur colossi ora e giganti. Né potette il suo animo
occultare Baccio, ma lo scoperse del tutto e trovò chi gli rispose;
perché dicendo Baccio a Benvenuto in presenza del Duca molte
parole delle sue mordaci, Benvenuto, che non era manco fiero di lui,
voleva che la cosa andasse del pari. E spesso ragionando delle cose
dell'arte e delle loro proprie, notando i difetti di quelle, si dicevano
l'uno all'altro parole vituperosissime in presenza del Duca; il quale,
perché ne pigliava piacere, conoscendo ne' lor detti mordaci ingegno
veramente et acutezza, gli aveva dato campo franco e licenza che
ciascuno dicesse all'altro ciò che egli voleva dinanzi a lui, ma fuora
non se ne tenesse conto. Questa gara, o più tosto nimicizia, fu
cagione che Baccio sollecitò lo Dio Padre, ma non aveva egli già dal
Duca que' favori che prima soleva, ma s'aiutava per ciò corteggiando
e servendo la Duchessa. Un giorno fra gli altri, mordendosi al solito e
scoprendo molte cose de' fatti loro, Benvenuto guardando e
minacciando Baccio, disse: "Provvediti Baccio d'un altro mondo, che
di questo ti voglio cavare io". Rispose Baccio: "Fa che io lo sappia un
dì innanzi, sì ch'io mi confessi e faccia testamento e non muoia come
una bestia, come sei tu". Per la qual cosa il Duca, perché molti mesi
ebbe preso spasso del fatto loro, gli pose silenzio, temendo di