Page 1367 - Giorgio Vasari
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grande quattro braccia in circa. Questa figura fu finita da Baccio, ma
               perché gli riuscì stretta ne' fianchi et in altre parti con qualche difetto,
               la mutò in uno Bacco, il quale dette poi al Duca et egli lo tenne in
               camera molti anni nel suo palazzo, e fu posto poi, non è molto, nelle
               stanze terrene, dove abita il principe la state, dentro a una nicchia.

               Aveva parimente fatto della medesima grandezza un'Eva che sedeva,
               la quale condusse fino alla metà e restò indietro per cagione dello
               Adamo, il quale ella doveva accompagnare. Et avendo dato principio

               a un altro Adamo di diversa forma et attitudine, gli bisognò mutare
               ancora Eva; e la prima che sedeva fu convertita da lui in una Cerere e
               la  dette  all'illustrissima  duchessa  Leonora  in  compagnia  d'uno
               Appollo,  che  era  un  altro  ignudo  che  egli  aveva  fatto,  e  sua
               eccellenza lo fece mettere nella facciata del vivaio che è nel giardino

               de' Pitti col disegno et architettura di Giorgio Vasari. Seguitò Baccio
               queste  due  figure  di  Adamo  e  d'Eva  con  grandissima  volontà,
               pensando di satisfare all'universale et agli artefici, avendo satisfatto a

               se stesso, e le finì e lustrò con tutta la sua diligenza et affezzione;
               messe di poi queste figure d'Adamo e d'Eva nel luogo loro e scoperte
               ebbero la medesima fortuna che l'altre sue cose e furono con sonetti
               e con versi latini troppo crudelmente lacerate: avvenga che il senso
               di  uno  diceva  che  sì  come  Adamo  et  Eva,  avendo  con  la  loro

               disubbidienza vituperato il paradiso, meritorono d'essere cacciati, così
               queste figure vituperando la terra, meritano d'essere cacciate fuora di
               chiesa. Nondimeno le statue sono proporzionate et hanno molte belle

               parti, e se non è in loro quella grazia che altre volte s'è detto e che
               egli non poteva dare alle cose sue, hanno però arte e disegno tale,
               che meritano lode assai.

               Fu  domandata  una  gentildonna,  la  quale  s'era  posta  a  guardare
               queste statue, da alcuni gentiluomini, quello che le paresse di questi
               corpi  ignudi.  Rispose:  "Degli  uomini  non  posso  dare  giudizio",  et

               essendo pregata che della donna dicesse il parer suo, rispose che le
               pareva che quella Eva avesse due buone parti da essere commendata
               assai, perciò che ella è bianca e soda; ingegnosamente mostrando di
               lodare,  biasimò  copertamente  e  morse  l'artefice  e  l'artifizio  suo,

               dando alla statua quelle lode proprie de' corpi femminili, le quali è
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