Page 137 - Giorgio Vasari
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mandato a Vinezia il corpo di quell'Evangelista; perciò che dopo molti

               incendii che il palazzo del Doge e la chiesa molto dannificarono, ella
               fu sopra i medesimi fondamenti finalmente rifatta alla maniera greca
               et in quel modo che ella oggi si vede, con grandissima spesa e col
               parere  di  molti  architetti,  al  tempo  di  Domenico  Selvo,  doge  negli

               anni di Cristo DCCCCLXXIII; il quale fece condurre le colonne di que'
               luoghi  donde  le  potette  avere.  E  così  si  andò  continuando  insino
               all'anno MCXL. essendo doge messer Piero Polani, e, come si è detto,

               col disegno di più maestri tutti greci.
               Della  medesima  maniera  greca  furono,  e  nei  medesimi  tempi,  le

               sette  badie  che  il  conte  Ugo  marchese  di  Brandiburgo  fece  fare  in
               Toscana,  come  si  può  vedere  nella  Badia  di  Firenze,  in  quella  di
               Settimo e nell'altre. Le quali tutte fabriche e le vestigia di quelle che
               non sono in piedi, rendono testimonianza che l'architettura si teneva

               alquanto in piedi, ma imbastardita fortemente e molto diversa dalla
               buona  maniera  antica.  Di  ciò  possono  anco  far  fede  molti  palazzi
               vecchi,  stati  fatti  in  Fiorenza  dopo  la  rovina  di  Fiesole,  d'opera
               toscana, ma con ordine barbaro nelle misure di quelle porte e finestre

               lunghe  lunghe,  e  ne'  garbi  di  quarti  acuti  nel  girare  degli  archi,
               secondo l'uso degli architetti stranieri di que' tempi. L'anno poi MXIII
               si  vede  l'arte  aver  ripreso  alquanto  di  vigore  nel  riedificarsi  la
               bellissima  chiesa  di  S.  Miniato  in  sul  Monte  al  tempo  di  messer

               Alibrando  cittadino  e  vescovo  di  Firenze;  perciò  che,  oltre  agli
               ornamenti che di marmo vi si veggiono dentro e fuori, si vede nella
               facciata dinanzi, che gli architetti toscani si sforzarono d'imitare nelle
               porte, nelle finestre, nelle colonne, negl'archi e nelle cornici, quanto

               potettono il più, l'ordine buono antico, avendolo in parte riconosciuto
               nell'antichissimo tempio di S. Giovanni nella città loro. Nel medesimo
               tempo  la  pittura,  che  era  poco  meno  che  spenta  affatto,  si  vide
               andare riacquistando qualche cosa, come ne mostra il musaico che fu

               fatto nella capella maggiore della detta chiesa di S. Miniato.
               Da  cotal  principio,  adunque,  cominciò  a  crescere  a  poco  a  poco  in

               Toscana  il  disegno  et  il  miglioramento  di  queste  arti,  come  si  vide
               l'anno mille e sedici nel dare principio i Pisani alla fabbrica del Duomo
               loro; perché in quel tempo fu gran cosa metter mano a un corpo di
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