Page 138 - Giorgio Vasari
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chiesa così fatto di cinque navate, e quasi tutto di marmo, dentro e

               fuori.  Questo  tempio,  il  quale  fu  fatto  con  ordine  e  disegno  di
               Buschetto, greco da Dulicchio, architettore in quell'età rarissimo, fu
               edificato  et  ornato  dai  Pisani  d'infinite  spoglie  condotte  per  mare,
               essendo eglino nel colmo della grandezza loro, di diversi lontanissimi

               luoghi, come ben mostrano le colonne, base, capitegli, cornicioni, et
               altre pietre d'ogni sorte che vi si veggiono. E perché tutte queste cose
               erano  alcune  piccole,  alcune  grandi,  et  altre  mezzane,  fu  grande  il

               giudizio  e  la  virtù  di  Buschetto  nell'accomodarle,  e  nel  fare  lo
               spartimento  di  tutta  quella  fabbrica,  dentro  e  fuori  molto  bene
               accommodata. Et oltre all'altre cose, nella facciata dinanzi, con gran
               numero  di  colonne  accommodò  il  diminuire  del  frontespizio  molto
               ingegnosamente, quello di varii e diversi intagli d'altre colonne e di

               statue antiche adornando, sì come anco fece le porte principali della
               medesima facciata; fra le quali, cioè allato a quella del Carroccio, fu
               poi dato a esso Buschetto onorato sepolcro con tre epitaffi, de' quali

               è questo uno, in versi latini, non punto dissimili dall'altre cose di que'
               tempi:


               Quod vix mille boum possent iuga iuncta movere,

               et quod vix potuit per mare ferre ratis,

               Buschetti nisu, quod erat mirabile visu,

               dena puellarum turba levavit onus.



               E perché si è di sopra fatto menzione della chiesa di S. Apostolo di
               Firenze,  non  tacerò  che  in  un  marmo  di  essa  dall'uno  de'  lati
               dell'altare maggiore si leggono queste parole: VIII. V. die VI aprilis in

               resurrectione  Domini  Karolus  Francorum  Rex  a  Roma  revertens,
               ingressus Florentiam cum magno gaudio et tripudio susceptus civium,
               copiam  torqueis  aureis  decoravit  [...]  Ecclesiam  Sanctorum
               Apostolorum. In altari inclusa est lamina plumbea, in qua descripta

               apparet  praefata  fundatio  et  consecratio,  facta  per  Archiepiscopum
               Turpinum testibus Rolando et Uliverio.
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