Page 1362 - Giorgio Vasari
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dagli scarpellini dell'Opera di Santa Maria del Fiore.
               Fu certamente questa opera da que' maestri lavorata con diligenza, e

               se Baccio e Giuliano l'avessino sollecitata, arebbono tutto l'ornamento
               delle pietre finito e murato presto; ma perché Baccio non attendeva
               se  non  a  fare  abbozzare  statue  e  finire  poche  del  tutto,  et  a
               riscuotere  la  sua  provvisione  che  ogni  mese  gli  dava  il  Duca  e  gli

               pagava gli aiuti et ogni minima spesa che per ciò faceva, con dargli
               scudi cinquecento dell'una delle statue di marmo finite, perciò non si
               vedde mai di questa opera il fine. Ma se con tutto questo Baccio e
               Giuliano, in un lavoro di tanta importanza, avessino messo la testa di

               quella  sala  in  isquadra  come  si  poteva,  che  delle  otto  braccia  che
               aveva  di  bieco  si  ritirorono  appunto  alla  metà,  et  èvvi  in  qualche
               parte  mala  proporzione  come  la  nicchia  del  mezzo  e  le  due  dalle
               bande maggiori che son nane, et i membri delle cornici gentili a sì

               gran  corpo,  e  se,  come  potevano,  si  fussino  tenuti  più  alti  con  le
               colonne, con dar maggior grandezza e maniera et altra invenzione a
               quella  opera,  e  se  pur  con  la  cornice  ultima  andavano  a  trovare  il
               piano  del  primo  palco  vecchio  di  sopra,  eglino  arebbono  mostro

               maggior virtù e giudizio né si sarebbe tanta fatica spesa invano, fatta
               così inconsideratamente, come hanno visto poi coloro a chi è tocco a
               rassettarla,  come  si  dirà,  et  a  finirla,  perché  con  tutte  le  fatiche  e
               studii adoperati dappoi vi sono molti disordini et errori nella entrata

               della porta e nelle corrispondenze delle nicchie delle facce, dove poi a
               molte cose è bisognato mutare forma. Ma non s'è già potuto mai, se
               non si disfaceva il tutto, rimediare che ella non sia fuor di scquadra e
               non lo mostri nel pavimento e nel palco. Vero è che nel modo che

               essi la posono, così come ella si truova, vi è gran fattura e fatica e
               merita  lode  assai  per  molte  pietre  lavorate  col  calandrino  che
               sfuggono a quartabuono per cagione dello sbiecare della sala; ma di
               diligenza e d'essere bene murate, commesse e lavorate non si può

               fare  né  veder  meglio.  Ma  molto  meglio  sarebbe  riuscito  il  tutto  se
               Baccio, che non tenne mai conto dell'architettura, si fusse servito di
               qualche migliore giudizio che di Giuliano, il quale, se bene era buono
               maestro di legname et intendeva d'architettura, non era però tale che

               a  sì  fatta  opera,  come  quella  sera,  egli  fusse  atto,  come  ha
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