Page 1355 - Giorgio Vasari
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Giovanni  cardinale  Salviati,  e  Niccolò  cardinale  Ridolfi,  insieme  con
               Messer Baldassarre Turini da Pescia, erano essecutori del testamento
               di papa Clemente e dovevano allogare le due sepolture di marmo di
               Leone e di Clemente da porsi nella Minerva, delle quali egli aveva già
               per  addietro  fatto  i  modelli.  Queste  sepolture  erano  state

               nuovamente  promesse  ad  Alfonso  Lombardi  scultore  ferrarese,  per
               favore del cardinale de' Medici, del quale egli era servitore. Costui per
               consiglio di Michelagnolo avendo mutato invenzione, di già ne aveva

               fatto i modelli, ma senza contratto alcuno dell'allogagione e solo alla
               fede standosi, aspettava d'andare di giorno in giorno a Carrara per
               cavare i marmi. Così consumando il tempo, avvenne che il cardinale
               Ippolito  nell'andare  a  trovare  Carlo  V,  per  viaggio  morì  di  veleno.
               Baccio  inteso  questo,  e  senza  metter  tempo  in  mezzo  andato  a

               Roma, fu prima da madonna Lucrezia Salviata de' Medici, sorella di
               papa Leone, alla quale si sforzò di mostrare che nessuno poteva fare
               maggiore  onore  all'ossa  di  que'  gran  pontefici  che  la  virtù  sua,  et

               aggiunse  che  Alfonso  scultore  era  senza  disegno  e  senza  pratica  e
               giudicio ne' marmi, e che egli non poteva se non con l'aiuto d'altri
               condurre sì onorata impresa. Fece ancora molte altre pratiche e per
               diversi  mezzi  e  vie  operò  tanto,  che  gli  venne  fatto  di  rivolgere
               l'animo di que' signori, i quali finalmente dettono il carico al cardinale

               Salviati  di  convenire  con  Baccio.  Era  in  questo  tempo  arrivato  a
               Napoli Carlo V imperadore et in Roma Filippo Strozzi, Antonfrancesco
               degli  Albizi  e  gli  altri  fuorusciti  trattavano  col  cardinale  Salviati

               d'andare a trovare sua maestà contro al duca Alessandro, et erano
               col cardinale a tutte l'ore nelle sale e nelle camere del quale stava
               Baccio tutto il giorno aspettando di fare il contratto delle sepolture,
               né  poteva  venire  a  capo  per  gl'impedimenti  del  cardinale  nella
               spedizione de' fuorusciti. Costoro vedendo Baccio tutto il giorno e la

               sera  in  quelle  stanze,  insospettiti  di  ciò  e  dubitando  ch'egli  stesse
               quivi  per  ispiare  ciò  che  essi  facevano  per  darne  avviso  al  duca,
               s'accordorono alcuni de' loro giovani a codiarlo una sera e levarnelo

               dinanzi.  Ma  la  fortuna  soccorrendo  in  tempo,  fece  che  gli  altri  due
               cardinali con Messer Baldassarre da Pescia presono a finire il negozio
               di Baccio. I quali conoscendo che nell'architettura Baccio valeva poco,
               avevano fatto fare a Antonio da S. Gallo un disegno che piaceva loro,
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