Page 1351 - Giorgio Vasari
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teneva, onde ne seguì che l'opera sua del gigante gli era da' cittadini
               impedita e ritardata quanto da loro far si poteva. In questo tempo,
               dopo  la  guerra  d'Ungheria,  papa  Clemente  e  Carlo  imperadore
               abboccandosi in Bologna dove venne Ippolito de' Medici cardinale et il
               duca  Alessandro,  parve  a  Baccio  d'andare  a  baciare  i  piedi  a  Sua

               Santità, e portò seco un quadro alto un braccio e largo uno e mezzo
               d'un Cristo battuto alla colonna da due ignudi, il quale era di mezzo
               rilievo  e  molto  ben  lavorato.  Donò  questo  quadro  al  Papa,  insieme

               con una medaglia del ritratto di Sua Santità, la quale aveva fatta fare
               a  Francesco  dal  Prato  suo  amicissimo;  il  rovescio  della  quale
               medaglia era Cristo flagellato. Fu accetto il dono a Sua Santità, alla
               quale espose Baccio gl'impedimenti e le noie avute nel finire il suo
               Ercole,  pregandola  che  col  duca  operasse  di  dargli  commodità  di

               condurlo al fine, et aggiugneva che era invidiato et odiato in quella
               città,  et  essendo  terribile  di  lingua  e  d'ingegno,  persuase  il  Papa  a
               fare che 'l duca Alessandro si pigliasse cura che l'opera di Baccio si

               conducesse a fine e si ponesse al luogo suo in piazza.
               Era morto Michelagnolo orefice, padre di Baccio, il quale avendo in

               vita preso a fare con ordine del Papa, per gli Operai di Santa Maria
               del  Fiore,  una  croce  grandissima  d'argento  tutta  piena  di  storie  di
               basso rilievo della passione di Cristo, della quale croce Baccio aveva
               fatto  le  figure  e  storie  di  cera  per  formarle  d'argento,  l'aveva

               Michelagnolo  morendo  lasciata  imperfetta,  et  avendola  Baccio  in
               mano  con  molte  libbre  d'argento,  cercava  che  Sua  Santità  desse  a
               finire  questa  croce  a  Francesco  dal  Prato,  che  era  andato  seco  a
               Bologna.  Dove  il  Papa,  considerando  che  Baccio  voleva  non  solo

               ritrarsi delle fatture del padre, ma avanzare nelle fatiche di Francesco
               qualche cosa, ordinò a Baccio che l'argento e le storie abbozzate e le
               finite  si  dessino  agli  Operai  e  si  saldasse  il  conto  e  che  gli  Operai
               fondessero tutto l'argento di detta croce, per servirsene ne' bisogni

               della  chiesa  stata  spogliata  de'  suoi  ornamenti  nel  tempo
               dell'assedio;  et  a  Baccio  fece  dare  fiorini  cento  d'oro  e  lettere  di
               favore  acciò  tornando  a  Firenze  desse  compimento  all'opera  del
               gigante. Mentre che Baccio era in Bologna, il cardinale Doria lo 'ntese

               che egli era per partirsi di corto: per che trovatolo a posta, con molte
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