Page 1347 - Giorgio Vasari
P. 1347

la  città  d'un  ornamento  raro,  quale  indubitatamente  sarebbe  stato
               quel  marmo  informato  dalla  mano  del  Buonarroto.  Il  sopra  detto
               modello di Baccio si truova oggi nella guardaroba del duca Cosimo et
               è da lui tenuto carissimo e dagli artefici cosa rara.

               Fu  mandato  Baccio  a  Carrara  a  veder  questo  marmo  et  a'
               capomaestri dell'Opera di Santa Maria del Fiore si dette commessione

               che lo conducessino per acqua insino a Signa su per lo fiume d'Arno.
               Quivi condotto il marmo vicino a Firenze a otto miglia, nel cominciare
               a cavarlo del fiume per condurlo per terra, essendo il fiume basso da
               Signa  a  Firenze,  cadde  il  marmo  nel  fiume,  e  tanto  per  la  sua

               grandezza s'affondò nella rena, che i capomaestri non potettero per
               ingegni che usassero trarnelo fuora; per la qual cosa, volendo il Papa
               che 'l marmo si riavesse in ogni modo, per ordine dell'Opera, Piero
               Rosselli  murator  vecchio  et  ingegnoso  s'adoperò  di  maniera,  che

               rivolto il corso dell'acqua per altra via e sgrottata la ripa del fiume,
               con lieve et argani smosso lo trasse d'Arno e lo pose in terra, e di ciò
               fu  grandemente  lodato.  Da  questo  caso  del  marmo,  invitati  alcuni,
               feciono  versi  toscani  e  latini  ingegnosamente  mordendo  Baccio,  il

               quale  per  esser  loquacissimo  e  dir  male  degli  altri  artefici  e  di
               Michelagnolo, era odiato. Uno tra gli altri prese questo suggetto ne'
               suoi versi, dicendo che 'l marmo, poi che era stato provato dalla virtù
               di Michelagnolo, conoscendo d'avere a essere storpiato dalle mani di

               Baccio, disperato per sì cattiva sorte, s'era gittato in fiume. Mentre
               che 'l marmo si traeva dell'acqua e per la difficultà tardava l'effetto,
               Baccio misurando trovò che né per altezza, né per grossezza non si
               poteva cavarne le figure del primo modello, laonde, andato a Roma e

               portato seco le misure, fece capace il Papa, come era costretto dalla
               necessità a lasciare il primo e fare altro disegno. Fatti addunque più
               modelli,  uno  più  degli  altri  ne  piacque  al  Papa,  dove  Ercole  aveva
               Cacco fra le gambe e presolo pe' capelli lo teneva sotto a guisa di

               prigione. Questo si risolverono che si mettesse in opera e si facesse.
               Tornato Baccio a Firenze, trovò che Piero Rosselli aveva condotto il
               marmo nell'Opera di Santa Maria del Fiore, il quale avendo posto in
               terra  prima  alcuni  banconi  di  noce  per  lunghezza  e  spianati  in

               isquadra,  i  quali  andava  tramutando  secondo  che  camminava  il
   1342   1343   1344   1345   1346   1347   1348   1349   1350   1351   1352