Page 1342 - Giorgio Vasari
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palazzo allora de' signori. Il Papa, lodato Baccio, non parendogli
tempo di fare allora il Davitte, lo mandò a Loreto da maestro Andrea,
che gli desse a fare una di quelle istorie. Arrivato a Loreto, fu veduto
volentieri da maestro Andrea e carezzato, sì per la fama sua e per
averlo il Papa raccomandato, e gli fu consegnato un marmo perché ne
cavasse la Natività di Nostra Donna. Baccio fatto il modello dette
principio all'opera, ma come persona che non sapeva comportare
compagnia e parità e poco lodava le cose d'altri, cominciò a
biasimare con gli altri scultori che v'erano l'opere di maestro Andrea e
dire che non aveva disegno et il simigliante diceva degli altri, intanto
che in breve tempo si fece mal volere a tutti. Per la qual cosa venuto
agli orecchi di maestro Andrea tutto quel che detto aveva Baccio di
lui, egli come savio lo riprese amorevolmente dicendo che l'opere si
fanno con le mani, non con la lingua, e che 'l buon disegno non sta
nelle carte, ma nella perfezzione dell'opera finita nel sasso e, nel fine,
ch'e' dovesse parlare di lui per l'avvenire con altro rispetto. Ma Baccio
rispondendogli superbamente molte parole ingiuriose, non potette
maestro Andrea più tollerare e corsegli addosso per ammazzarlo; ma
da alcuni, che v'entraron di mezzo, gli fu levato dinanzi, onde forzato
a partirsi da Loreto, fece portare la sua storia in Ancona, la quale
venutagli a fastidio, se bene era vicino al fine, lasciandola imperfetta
se ne partì.
Questa fu poi finita da Raffaello da Montelupo e fu posta insieme con
l'altre di maestro Andrea, ma non già pari a loro di bontà, con tutto
che così ancora sia degna di lode. Tornato Baccio a Roma, impetrò
dal Papa per favore del cardinal Giulio de' Medici, solito a favorire le
virtù et i virtuosi, che gli fusse dato a fare per lo cortile del palazzo
de' Medici in Firenze alcuna statua, onde venuto in Firenze fece un
Orfeo di marmo, il quale col suono e canto placa Cerbero e muove
l'Inferno a pietà. Immitò in questa opera l'Appollo di Belvedere di
Roma, e fu lodatissima meritamente perché, con tutto che l'Orfeo di
Baccio non faccia l'attitudine d'Appollo di Belvedere, egli nondimeno
immita molto propriamente la maniera del torso e di tutte le membra
di quello. Finita la statua, fu fatta porre dal cardinale Giulio nel
sopraddetto cortile, mentre che egli governava Firenze, sopra una