Page 1329 - Giorgio Vasari
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Piero,  ma  da  tutti  chiamato  il  Vinci.  Il  Vinci  addunque,  mentre  che

               così si portava, più volte e da diverse persone aveva udito ragionare
               delle cose di Roma appartenenti all'arte e celebrarle, come sempre
               da  ognuno  si  fa;  onde  in  lui  s'era  un  grande  desiderio  acceso  di
               vederle, sperando d'averne a cavare profitto, non solamente vedendo

               l'opere degli antichi, ma quelle di Michelagnolo e lui stesso allora vivo
               e  dimorante  in  Roma.  Andò  addunque  in  compagnia  d'alcuni  amici
               suoi, e veduta Roma, e tutto quello che egli desiderava, se ne tornò a

               Firenze,  considerato  giudiziosamente  che  le  cose  di  Roma  erano
               ancora per lui troppo profonde e volevano esser vedute et immitate
               non così ne' principii, ma dopo maggior notizia dell'arte. Aveva allora
               il Tribolo finito un modello del fuso della fonte del laberinto, nel quale
               sono  alcuni  satiri  di  basso  rilievo  e  quattro  maschere  mezzane  e

               quattro putti piccoli tutti tondi che seggono sopra certi viticci. Tornato
               addunque  il  Vinci,  gli  dette  il  Tribolo  a  fare  questo  fuso,  et  egli  lo
               condusse e finì, facendovi dentro alcuni lavori gentili non usati da altri

               che da lui, i quali molto piacevano a ciascuno che gli vedeva. Avendo
               il Tribolo fatto finire tutta la tazza di marmo di quella fonte, pensò di
               fare in su l'orlo di quella quattro fanciulli tutti tondi, che stessino a
               giacere e scherzassino con le braccia e con le gambe nell'acqua con
               varii gesti, per gettargli poi di bronzo. Il Vinci per commessione del

               Tribolo gli fece di terra, i quali furono poi gettati di bronzo da Zanobi
               Lastricati scultore e molto pratico nelle cose di getto, e furono posti,
               non  è  molto  tempo,  intorno  alla  fonte,  che  sono  cosa  bellissima  a

               vedere.
               Praticava  giornalmente  col  Tribolo  Luca  Martini,  proveditore  allora

               della muraglia di Mercato Nuovo, il quale desiderando di giovare al
               Vinci, lodando molto il valore dell'arte e la bontà de' costumi in lui, gli
               provvedde un pezzo di marmo alto due terzi e lungo un braccio et un
               quarto. Il Vinci preso il marmo, vi fece dentro un Cristo battuto alla

               colonna, nel quale si vede osservato l'ordine del basso rilievo e del
               disegno,  e  certamente  egli  fece  maravigliare  ognuno,  considerando
               che egli non era pervenuto ancora a diciassette anni dell'età sua et in
               cinque anni di studio aveva acquistato quello nell'arte che gli altri non

               acquistano se non con lunghezza di vita e con grande sperienza di
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