Page 1325 - Giorgio Vasari
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il  signor  Duca  era  caldissimo  in  quell'opera.  E  di  vero  chi  non  tira
               inanzi  le  grandi  opere,  mentre  coloro  che  fanno  farle  spendono
               volentieri  e  non  hanno  maggior  cura,  è  cagione  che  si  devia  e  si
               lascia imperfetta l'opera che arebbe potuto la sollecitudine e studio
               condurre a perfezzione. E così per negligenza degl'operatori, rimane il

               mondo  senza  quello  ornamento  et  eglino  senza  quella  memoria  et
               onore, perciò che rade volte adiviene, come a quest'opera di Castello,
               che  mancando  il  primo  maestro,  quegli  che  in  suo  luogo  succede

               voglia  finirla  secondo  il  disegno  e  modello  del  primo,  con  quella
               modestia  che  Giorgio  Vasari,  di  commessione  del  Duca,  ha  fatto,
               secondo  l'ordine  del  Tribolo,  finire  il  vivaio  maggiore  di  Castello  e
               l'altre  cose  secondo  che  di  mano  in  mano  vorrà  che  si  faccia  sua
               eccellenza.

               Visse il Tribolo anni 65. Fu sotterrato dalla Compagnia dello Scalzo

               nella lor sepoltura e lasciò dopo sé Raffaello suo figliuolo, che non ha
               atteso  all'arte  e  due  figliuole  femine,  una  delle  quali  è  moglie  di
               Davitte,  che  l'aiutò  a  murare  tutte  le  cose  di  Castello,  et  il  quale
               come  persona  di  giudizio  et  atto  a  ciò,  oggi  attende  ai  condotti

               dell'acqua  di  Fiorenza,  di  Pisa  e  di  tutti  gl'altri  luoghi  del  dominio,
               secondo che piace a sua eccellenza.



               IL FINE DELLA VITA DI NICCOLÒ, DETTO IL TRIBOLO
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