Page 1322 - Giorgio Vasari
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nelle girandole mille gofferie, ma un maestro eccellente facesse
alcuna cosa che avesse del buono, perché datane cura al Tribolo, egli
con quella virtù et ingegno che aveva l'altre cose fatto, ne fece una in
forma di tempio a otto facce bellissimo, alta tutta con gl'ornamenti
venti braccia. In qual tempio egli finse che fusse quello della Pace,
facendo in cima il simulacro della Pace, che metta fuoco in un gran
monte d'arme che aveva a' piedi. Le quali armi, statua della Pace e
tutte altre figure, che facevano essere quella machina bellissima,
erano di cartoni, terra e panni incollati, acconci con arte grandissima,
erano, dico, di cotali materie, acciò l'opera tutta fusse leggera,
dovendo essere da un canapo doppio, che traversava la piazza in
alto, sostenuta per molto spazio alta da terra. Ben è vero che,
essendo stati acconci dentro i fuochi troppo spessi e le guide degli
stopini troppo vicine l'una all'altra, che datole fuoco, fu tanta la
veemenza dell'incendio e grande e subita vampa, che ella si accese
tutta a un tratto et abbruciò in un baleno, dove aveva a durare ad
ardere un'ora al meno. E, che fu peggio, attaccatosi fuoco al legname
et a quello che dovea conservarsi, si abbruciarono i canapi et ogni
altra cosa a un tratto, con danno non piccolo e poco piacere de'
popoli. Ma quanto apartiene all'opera, ella fu la più bella che altra
girandola la quale insino a quel tempo fusse stata fatta già mai.
Volendo poi il Duca fare, per commodo de' suoi cittadini e mercanti,
la loggia di Mercato Nuovo, e non volendo più di quello che potesse
aggravare il Tribolo, il quale come capo maestro de' capitani di parte
e commessarii de' fiumi e sopra le fogne della città, cavalcava per lo
dominio per ridurre molti fiumi, che scorrevano con danno, ai loro
letti, riturare ponti et altre cose simili, diede il carico di quest'opera al
Tasso, per consiglio del già detto Messer Pierfrancesco maiordomo,
per farlo di falegname architettore, il che invero fu contra la volontà
del Tribolo, ancor che egli nol mostrasse e facesse molto l'amico con
esso lui. E che ciò sia vero, conobbe il Tribolo nel modello del Tasso
molti errori, de' quali, come si crede, nol volle altrimenti avvertire,
come fu quello de' capitelli delle colonne che sono a canto ai pilastri, i
quali non essendo tanto lontana la colonna che bastasse, quando
tirato su ogni cosa si ebbero a mettere a' luoghi loro, non vi entrava