Page 1319 - Giorgio Vasari
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basamento di legname con belle fantasie attorno, in sul quale mise
               per  finimento  il  San  Giovanbattista  di  marmo,  alto  braccia  tre,  di
               mano  di  Donatello,  che  fu  lasciato  da  lui  nelle  case  di  Gismondo
               Martelli,  come  si  è  detto  nella  vita  di  esso  Donatello.  Insomma,
               essendo questo tempio dentro e fuori stato ornato quanto meglio si

               può  imaginare,  era  solamente  stata  lasciata  in  dietro  la  cappella
               principale, dove in un tabernacolo vecchio sono quelle figure di rilievo
               che  già  fece  Andrea  Pisano.  Onde  pareva,  essendo  rinovato  ogni

               cosa,  che  quella  capella  così  vecchia  togliesse  tutta  la  grazia  che
               l'altre cose tutte insieme avevano. Andando dunque un giorno il Duca
               a vedere questo apparato, come persona di giudizio, lodò ogni cosa e
               conobbe quanto si fusse bene accomodato il Tribolo al sito e luogo et
               ad ogni altra cosa, solo biasimò sconciamente che a quella capella

               principale non si fusse avuto cura. Onde a un tratto, come persona
               risoluta con bel giudizio, ordinò che tutta quella parte fusse coperta
               con una tela grandissima dipinta di chiaro scuro, dentro la quale San

               Giovanni  Battista  battezzasse  Cristo  et  intorno  fussero  popoli  che
               stessono  a  vedere  e  si  battezzassino,  altri  spogliandosi  et  altri
               rivestendosi  in  varie  attitudini,  e  sopra  fusse  un  Dio  Padre  che
               mandasse lo Spirito Santo, e due fonti in guisa di fiumi per Ior e Dan,
               i  quali  versando  acqua  facessero  il  Giordano.  Essendo  adunque

               ricerco di far questa opera da Messer Pierfrancesco Riccio, maiordomo
               allora del Duca, e dal Tribolo, Iacopo da Puntormo, non la volle fare,
               perciò che il tempo, che vi era solamente di sei giorni, non pensava

               che gli potesse bastare. Il simile fece Ridolfo Ghirlandaio, Bronzino e
               molti  altri.  In  questo  tempo  essendo  Giorgio  Vasari  tornato  da
               Bologna  e  lavorando  per  Messer  Bindo  Altoviti  la  tavola  della  sua
               capella in Santo Apostolo in Firenze, non era in molta considerazione,
               se  bene  aveva  amicizia  col  Tribolo  e  col  Tasso.  Perciò  che  avendo

               alcuni fatto una setta, sotto il favore del detto Messer Pierfrancesco
               Riccio,  chi  non  era  di  quella  non  participava  del  favore  della  corte,
               ancor che fusse virtuoso e da bene. La quale cosa era cagione che

               molti, i quali con l'aiuto di tanto principe si sarebbono fatti eccellenti,
               si stavano abandonati, non si adoperando se non chi voleva il Tasso,
               il quale, come persona allegra, con le sue baie inzampognava colui di
               sorte che non faceva e non voleva in certi affari, se non quello che
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