Page 1316 - Giorgio Vasari
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lo meno tirata molto inanzi. Ma perché il Tribolo (oltre che era molto
               occupato in diversi negozii del Duca) era non molto vivo, non se ne
               fece altro. Et in tanto tempo che lavorò a Castello non condusse di
               sua mano altro che le due fonti con que' due fiumi, Arno e Mugnone,
               e la statua di Fiesole, nascendo ciò non da altro, per quello che si

               vede, che da essere troppo occupato come si è detto in molti negozii
               del Duca. Il quale fra l'altre cose gli fece fare fuor della porta a San
               Gallo, sopra il fiume Mugnone, un ponte in sulla strada maestra che

               va a Bologna. Il qual ponte, perché il fiume attraversa la strada in
               isbieco,  fece  fare  il  Tribolo,  sbiecando  anch'egli  l'arco,  secondo  che
               sbiecamente imboccava il fiume, che fu cosa nuova e molto lodata,
               facendo massimamente congiungere l'arco di pietra sbiecato, in modo
               da  tutte  le  bande  che  riuscì  forte  et  ha  molta  grazia,  et  insomma

               questo ponte fu una molto bell'opera.

               Non molto inanzi, essendo venuta voglia al Duca di fare la sepoltura
               del signor Giovanni de' Medici suo padre, e disiderando il Tribolo di
               farla, ne fece un bellissimo modello a concorrenza d'uno che n'avea
               fatto  Raffaello  da  Monte  Lupo,  favorito  da  Francesco  di  Sandro,

               maestro  di  maneggiare  arme  appresso  a  sua  eccellenza.  E  così
               essendo risoluto il Duca che si mettesse in opera quello del Tribolo,
               egli se n'andò a Carrara a fare cavare i marmi, dove cavò anco i due
               pili per le logge di Castello, una tavola e molti altri marmi.

               Intanto essendo Messer Giovan Battista da Ricasoli, oggi vescovo di
               Pistoia,  a  Roma  per  negozii  del  signor  Duca,  fu  trovato  da  Baccio

               Bandinelli, che aveva apunto finito nella Minerva le sepolture di papa
               Leone Decimo e Clemente Settimo, e richiesto di favore appresso sua
               eccellenza; per che, avendo esso Messer Giovanbatista scritto al Duca
               che il Bandinello disiderava servirlo, gli fu rescritto da sua eccellenza

               che  nel  ritorno  lo  menasse  seco.  Arivato  adunque  il  Bandinello  a
               Fiorenza, fu tanto intorno al Duca con l'audacia sua, con promesse e
               mostrare  disegni  e  modelli,  che  la  sepoltura  del  detto  signor
               Giovanni, la quale doveva fare il Tribolo, fu allogata a lui. E così presi

               de'  marmi  di  Michelagnolo,  che  erano  in  Fiorenza  in  via  Mozza,
               guastatigli senza rispetto, cominciò l'opera; per che, tornato il Tribolo
               da Carrara, trovò essergli stato levato, per essere egli troppo freddo
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