Page 1309 - Giorgio Vasari
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difeso dalla tramontana et altri venti contrarii. Da questo si saglie,
per due scale di selice, una da ciascuna banda, a un salvatico di
cipressi, abeti, lecci et allori et altre verzure perpetue con bell'ordine
compartite; in mezzo alle quali doveva essere, secondo il disegno del
Tribolo, come poi si è fatto, un vivaio bellissimo. E perché questa
parte, strignendosi a poco a poco, fa un angolo perché fusse ottuso,
l'aveva a spuntare la larghezza d'una loggia, che salendo parecchi
scaglioni scopriva nel mezzo il palazzo, i giardini, le fonti e tutto il
piano di sotto et intorno, insino alla ducale villa del Poggio a Caiano,
Fiorenza, Prato, Siena e ciò che vi è all'intorno a molte miglia.
Avendo dunque il già detto maestro Piero da San Casciano condotta
l'opera sua dell'acquidotto infino a Castello e messovi dentro tutte
l'acque della Castellina, sopraggiunto da una grandissima febbre in
pochi giorni si morì. Per che il Tribolo, preso l'assunto di guidare tutta
quella muraglia da sé, s'avvedde, ancor che fussero in gran copia
l'acque state condotte, che nondimeno erano poche a quello che egli
si era messo in animo di fare: senza che quella, che veniva dalla
Castellina, non saliva a tanta altezza quanto era quella di che aveva
di bisogno. Avuto adunque dal signor Duca commessione di condurvi
quelle della Pretaia, che è cavalier a Castello più di centocinquanta
braccia e sono in gran copia e buone, fece fare un condotto simile
all'altro e tanto alto, che vi si può andar dentro, acciò per quello le
dette acque della Pretaia venissero al vivaio per un altro acquidotto
che avesse la caduta dell'acqua del vivaio e della fonte maggiore. E
ciò fatto cominciò il Tribolo a murare la detta grotta, per farla con tre
nicchie e con bel disegno d'architettura, e così le due fontane che la
mettevano in mezzo; in una delle quali aveva a essere una gran
statua di pietra per lo monte Asinaio, la quale spremendosi la barba
versasse acqua per bocca in un pilo che aveva ad avere dinanzi. Del
qual pilo uscendo l'acqua, per via occulta doveva passare il muro et
andare alla fonte che oggi è dietro, finita [la salita] del giardino del
laberinto, entrando nel vaso che ha in sulla spalla il fiume Mugnone, il
quale è in una nicchia grande di pietra bigia con bellissimi ornamenti
e coperta tutta di spugna. La quale opera se fusse stata finita in tutto
come è in parte, arebbe avuto somiglianza col vero, nascendo