Page 1306 - Giorgio Vasari
P. 1306
poteva aver miglior nuova che d'aver a servire il duca Cosimo, se ne
venne subito a Firenze; et arivato, fu condotto a Castello, dove sua
eccellenza illustrissima avendo inteso da lui quello che gli pareva da
far per ornamento di quelle fonti, diedegli commessione che facesse i
modelli. Per che a quelli messo mano s'andava con essi trattenendo,
mentre maestro Piero da San Casciano faceva l'acquidotto e
conducea l'acque, quando il Duca, che intanto aveva cominciato per
sicurtà della città a cingere in sul poggio di S. Miniato con un
fortissimo muro i bastioni fatti al tempo dell'assedio col disegno di
Michelagnolo, ordinò che il Tribolo facesse un'arme di pietra forte con
due vettorie per l'angolo del puntone d'un baluardo che volta verso
Firenze. Ma avendo affatica il Tribolo finita l'arme, che era
grandissima et una di quelle vittorie alta quattro braccia che fu
tenuta cosa bellissima, gli bisognò lasciare quell'opera imperfetta,
perciò che avendo maestro Piero tirato molto innanzi il condotto e
l'acque con piena sodisfazione del Duca, volle sua eccellenza che il
Tribolo cominciasse a mettere in opera per ornamento di quel luogo i
disegni et i modelli che già gl'aveva fatto veder, ordinandogli per
allora otto scudi il mese di provisione, come anco aveva il San
Casciano. Ma per non mi confondere nel dir gl'intrigamenti
degl'acquidotti e gl'ornamenti delle fonti fia bene dir brevemente
alcune poche cose del luogo e sito di Castello.
La villa di Castello, posta alle radici di monte Morello sotto la villa
della Topaia, che è a mezza la costa, ha dinanzi un piano che scende
a poco a poco per spazio d'un miglio e mezzo fino al fiume Arno, e là
apunto dove comincia la salita del monte è posto il palazzo, che già
fu murato da Pierfrancesco de' Medici con molto disegno: perché
avendo la faccia principale diritta a mezzo giorno riguardante un
grandissimo prato con due grandissimi vivai pieni d'acqua viva, che
viene da uno acquidotto antico fatto da' Romani per condurre acque
da Val di Marina a Firenze, dove sotto le volte ha il suo bottino, ha
bellissima e molto dilettevole veduta. I vivai dinanzi sono spartiti nel
mezzo da un ponte dodici braccia largo che camina a un viale della
medesima larghezza, coperto dagli lati e di sopra nella sua altezza di
dieci braccia, da una continua volta di mori, che caminando sopra il