Page 1307 - Giorgio Vasari
P. 1307
detto viale lungo braccia trecento, con piacevolissima ombra conduce
alla strada maestra di Prato, per una porta posta in mezzo di due
fontane che servono ai viandanti e a dar bere alle bestie. Dalla banda
di verso levante, ha il medesimo palazzo una muraglia bellissima di
stalle, e di verso ponente un giardino secreto al quale si camina dal
cortile delle stalle, passando per lo piano del palazzo e per mezzo le
logge, sale e camere terrene dirittamente. Dal qual giardin secreto,
per una porta alla banda di ponente, si ha l'entrata in un altro
giardino grandissimo, tutto pieno di frutti e terminato da un salvatico
d'abeti, che cuopre le case de' lavoratori e degl'altri che lì stanno per
servigio del palazzo e degl'orti. La parte poi del palazzo che volta
verso il monte a tramontana, ha dinanzi un prato tanto lungo quanto
sono tutti insieme il palazzo, le stalle et il giardino secreto, e da
questo prato si saglie per gradi al giardino principale cinto di mura
ordinarie, il quale acquistando con dolcezza la salita si discosta tanto
dal palazzo alzandosi, che il sole di mezzo giorno lo scuopre e scalda
tutto, come se non avesse il palazzo innanzi. E nell'estremità rimane
tant'alto, che non solamente vede tutto il palazzo, ma il piano che è
dinanzi e d'intorno et alla città parimente. E nel mezzo di questo
giardino un salvatico d'altissimi e folti cipressi, lauri e mortelle, i quali
girando in tondo fanno la forma d'un laberinto circondato di bossoli,
alti due braccia e mezzo e tanto pari e con bell'ordine condotti, che
paiono fatti col pennello. Nel mezzo del quale laberinto, come volle il
Duca e come di sotto si dirà, fece il Tribolo una molto bella fontana di
marmo. Nell'entrata principale, dove è il primo prato con i due vivai
et il viale coperto di gelsi, voleva il Tribolo che tanto si accrescesse
esso viale, che per ispazio di più d'un miglio col medesimo ordine e
coperta andasse infino al fiume Arno e che l'acque che avanzavano a
tutte le fonti, correndo lentamente dalle bande del viale in piacevoli
canaletti, l'accompagnassero infino al detto fiume, pieni di diverse
sorti di pesci e gamberi. Al palazzo (per dir così quello che si ha da
fare, come quello che è fatto) voleva fare una loggia innanzi, la quale
passando un cortile scoperto avesse dalla parte dove sono le stalle
altre tanto palazzo quanto il vecchio e con la medesima proporzione
di stanze, logge, giardin secreto et alto. Il quale accrescimento
arebbe fatto quello essere un grandissimo palazzo et una bellissima