Page 1303 - Giorgio Vasari
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Napoli il Duca per difendersi, innanzi a Carlo Quinto imperatore
tornato allora da Tunisi, da molte calunnie dategli da alcuni suoi
cittadini, et essendosi non pur difeso, ma avendo ottenuto da Sua
Maestà per donna la signora Margherita d'Austria sua figliuola, scrisse
a Firenze che si ordinassero quattro uomini, i quali per tutta la città
facessero far ornamenti magnifici e grandissimi per ricever con
magnificenza conveniente l'imperatore che veniva a Firenze. Onde
avendo io a distribuir i lavori di commissione di sua eccellenza che
ordinò che io intervenissi con i detti quattro uomini, che furono
Giovanni Corsi, Luigi Guicciardini, Palla Rucellai et Alessandro Corsini,
diedi a fare al Tribolo le maggiori e più difficili imprese di quella festa,
e furono quattro statue grandi: la prima un Ercole in atto d'aver
occiso l'Idra, alto sei braccia e tutto tondo et inargentato, in quale fu
posto in quell'angolo della piazza di San Felice, che è nella fine di via
Maggio, con questo motto di lettere d'argento nel basamento: "Ut
Hercules labore et aerumnis monstra edomuit, ita Caesar virtute et
clementia, hostibus victis seu placatis, pacem orbi terrarum et
quietem restituit". L'altre furono due colossi d'otto braccia, l'uno
figurato per lo fiume Bagrada che si posava su la soglia di quel
serpente, che fu portato a Roma, e l'altro per l'Ibero con il corno
d'Amaltea in una mano e con un timone nell'altra, coloriti come se
fussero stati di bronzo, con queste parole ne' basamenti, cioè sotto
l'Ibero: "Hiberus ex Hispania", e sotto l'altro: "Bagradas ex Africa". La
quarta fu una statua di braccia cinque, in sul canto de' Medici,
figurata per la Pace, la quale aveva in una mano un ramo d'oliva e
nell'altra una face accesa, che metteva fuoco in un monte d'arme
poste in sul basamento dov'ell'era collocata, con queste parole: "Fiat
pax in virtute tua". Non dette il fine che aveva disegnato al cavallo di
sette braccia lungo, che si fece in sulla piazza di S. Trinita, sopra la
quale aveva a essere la statua dell'imperatore armato, perché, non
avendo il Tasso intagliator di legname, suo amicissimo, usato
prestezza nel fare il basamento e l'altre cose, che vi andavano di
legni intagliati, come quello che si lasciava fuggire di mano il tempo
ragionando e burlando, a fatica si fu a tempo a coprire di stagnuolo,
sopra la terra ancor fresca, il cavallo solo, nel cui basamento si
leggevano queste parole: "Imperatori Carolo Augusto, victoriosissimo,