Page 1302 - Giorgio Vasari
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già  si  vedeva  scoperta  tutta  la  banda  dinanzi  la  statua,  quando  la
               fortuna, che a' bei principii sempre volentieri contrasta, con la morte
               di  Clemente,  allora  che  meno  si  temeva,  troncò  l'animo  a  tanti
               eccellenti  uomini  che  speravano  sotto  Michelagnolo  con  utilità
               grandissime acquistarsi nome immortale e perpetua fama. Per questo

               accidente, stordito il Tribolo e tutto perduto d'animo essendo anche
               malato, stava di malissima voglia non vedendo né in Firenze né fuori
               poter dare in cosa che per lui fosse; ma Giorgio Vasari, che fu sempre

               suo amico e l'amò di cuor et aiutò quanto gli fu possibile, lo confortò
               con dirgli che non si smarisse, perché farebbe in modo che il duca
               Alessandro  gli  darebbe  che  fare,  mediante  il  favore  del  Magnifico
               Ottaviano  de'  Medici,  col  quale  gli  aveva  fatto  pigliar  assai  stretta
               servitù;  onde  egli  ripreso  un  poco  d'animo,  ritrasse  di  terra  nella

               sagrestia di San Lorenzo, mentre s'andava pensando al bisogno suo,
               tutte le figure che aveva fatto Michelagnolo di marmo, cioè l'Aurora, il
               Crepuscolo,  il  Giorno  e  la  Notte,  e  gli  riusciron  così  ben  fatte,  che

               monsignor Giovan Batista Figiovanni priore di San Lorenzo, al quale
               donò la Notte perché gli faceva aprir la sagrestia, giudicandola cosa
               rara, la donò al duca Alessandro, che poi la diede al detto Giorgio,
               che  stava  con  sua  eccellenza,  sapendo  che  egli  attendeva  a  cotali
               studi; la qual figura è oggi in Arezzo nelle sue case, con altre cose

               dell'arte.

               Avendo poi il Tribolo ritratto di terra parimente la Nostra Donna fatta
               da  Michelagnolo  per  la  medesima  sagrestia,  la  donò  al  detto
               Magnifico  Ottaviano  de'  Medici,  il  quale  le  fece  fare  da  Batista  del
               Cinque  un  ornamento  bellissimo  di  quadro,  con  colonne,  mensole,

               cornici et altri intagli molto ben fatti. Intanto col favore di lui che era
               depositario di sua eccellenza, fu dato da Bertoldo Casini, proveditor
               della  fortezza  che  si  murava  allora,  delle  tre  arme  che  secondo
               l'ordine  del  Duca  s'avevano  a  far,  per  metterne  una  a  ciascun

               baluardo,  a  farne  una  di  quattro  braccia  al  Tribolo  con  due  figure
               nude, figurate per due vettorie, la qual arme, condotta con prestezza
               e  diligenza  grande  e  con  una  giunta  di  tre  mascheroni  che
               sostengono  l'arme  e  le  figure,  piacque  tanto  al  Duca,  che  pose  al

               Tribolo amore grandissimo: per che, essendo poco appresso andato a
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