Page 1297 - Giorgio Vasari
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terra,  che  andavano  sopra  il  cornicione,  al  Tribolo,  il  quale  gli
               condusse  tanto  straordinariamente  bene,  che  Messer  Giovanni,
               veduto  l'ingegno  e  la  maniera  del  giovane,  gli  diede  a  fare  due
               medaglie  di  marmo,  le  quali  finite  eccellentemente,  furono  poi
               collocate sopra alcune porte della medesima casa. Intanto cercandosi

               d'allogare per lo re di Portogallo una sepoltura di grandissimo lavoro,
               per essere stato Iacopo discepolo d'Andrea Contucci dal monte San
               Sovino et avere nome non solo di paragonare il maestro suo, uomo di

               gran  fama,  ma  d'aver  anco  più  bella  maniera,  fu  cotale  lavoro
               allogato  a  lui  col  mezzo  de'  Bartolini.  Là  dove,  fatto  Iacopo  un
               superbissimo modello di legname, pieno tutto di storie e di figure di
               cera,  fatte  la  maggior  parte  dal  Tribolo,  crebbe  in  modo,  essendo
               riuscite  bellissime,  la  fama  del  giovane,  che  Matteo  di  Lorenzo

               Strozzi,  essendo  partito  il  Tribolo  dal  Sansovino  parendogli  oggimai
               poter  far  da  sé,  gli  diede  a  far  certi  putti  di  pietra  e  poco  poi,
               essendogli  quelli  molto  piaciuti,  due  di  marmo,  i  quali  tengono  un

               delfino che vers'acqua in un vivaio, che oggi si vede a San Casciano,
               luogo  lontano  da  Firenze  otto  miglia,  nella  villa  del  detto  Messer
               Matteo. Mentre che queste opere dal Tribolo si facevano in Firenze,
               esendoci  venuto  per  sue  bisogne  Messer  Bartolomeo  Barbazzi,
               gentiluomo  bolognese,  si  ricordò  che  per  Bologna  si  cercava  d'un

               giovane  che  lavorasse  bene,  per  metterlo  a  far  figure  e  storie  di
               marmo nella facciata di San Petronio, chiesa principale di quella città,
               per  che  ragionato  col  Tribolo  e  veduto  delle  sue  opere  che  gli

               piacquero  e  parimenti  i  costumi  e  l'altre  qualità  del  giovane,  lo
               condusse a Bologna, dove egli con molta diligenza e con molta sua
               lode fece in poco tempo le due sibille di marmo, che poi furono poste
               nell'ornamento della porta di San Petronio che va allo spedale della
               Morte. Le quali opere finite, trattandosi di dargli a fare cose maggiori,

               mentre  si  stava  molto  amato  e  carezzato  da  Messer  Bartolomeo,
               cominciò la peste dell'anno 1525 in Bologna e per tutta la Lombardia,
               onde il Tribolo, per fuggir la peste se ne venne a Firenze e statoci

               quanto durò quel male contagioso e pestilenziale, si partì cessato che
               fu  e  se  ne  tornò,  essendo  là  chiamato,  a  Bologna  dove  Messer
               Bartolomeo  non  gli  lasciando  metter  mano  a  cosa  alcuna  per  la
               facciata, si risolvette, essendo morti molti amici suoi e parenti, a far
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