Page 1295 - Giorgio Vasari
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VITA DI NICCOLÒ DETTO IL TRIBOLO SCULTORE ET
ARCHITETTORE
Raffaello legnaiuolo, soprannominato il Riccio de' Pericoli, il quale
abitava appresso al canto a Monteloro in Firenze, avendo avuto
l'anno 1500, secondo che egli stesso mi raccontava, un figliuolo
maschio, il qual volle che al battesimo fusse chiamato come suo
padre Niccolò, deliberò, come che povero compagno fosse, veduto il
putto aver l'ingegno pronto e vivace e lo spirito elevato, che la prima
cosa egli imparasse a leggere e scrivere bene e far di conto; per che
mandandolo alle scuole avvenne, per esser il fanciullo molto vivo et
in tutte l'azzioni sue tanto fiero, che non trovando mai luogo, era fra
gli altri fanciulli e nella scuola e fuori un diavolo che sempre
travagliava e tribolava sé e gli altri, che si perdé il nome di Niccolò e
s'acquistò di maniera il nome di Tribolo, che così fu poi sempre
chiamato da tutti. Crescendo dunque il Tribolo, il padre, così per
servirsene come per rafrenar la vivezza del putto, se lo tirò in bottega
insegnandogli il mestiero suo; ma vedutolo in pochi mesi male atto a
cotale esercizio, et anzi sparutello, magro e male complessionato che
no, andò pensando, per tenerlo vivo, che lasciasse le maggior fatiche
di quell'arte e si mettesse a intagliar legnami. Ma perché aveva
inteso che senza il disegno, padre di tutte l'arti, non poteva in ciò
divenire eccellente maestro, volle che il suo principio fusse impiegar il
tempo nel disegno, e perciò gli faceva ritrarre ora cornici, fogliami e
grottesche, et ora altre cose necessarie a cotal mestiero. Nel che
fare, veduto che al fanciullo serviva l'ingegno e parimente la mano,
considerò Raffaello, come persona di giudizio, che egli finalmente
appresso di sé poteva altro imparare che lavorare di quadro; onde
avutone prima parola con Ciappino legnaiuolo e da lui, che molto era
domestico et amico di Nanni Unghero, consigliatone et aiutato,
l'acconciò per tre anni col detto Nanni, in bottega del quale, dove si
lavorava d'intaglio e di quadro, praticavano del continuo Iacopo
Sansovino scultore, Andrea del Sarto pittore et altri, che poi sono
stati tanto valentuomini. Ora, perché il Nanni, il quale in que' tempi