Page 1294 - Giorgio Vasari
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pentito d'essersi portato ingratamente con Niccolò, tornò in
Lombardia a servire i figliuoli di don Ferrante. Ma non passò molto
che, infermandosi a morte, fece testamento, e lasciò alla sua
comunità di Prato diecimila scudi perché ne comperasse tanti beni e
facesse un'entrata, per tenere continuamente in studio un certo
numero di scolari pratesi, nella maniera che ella ne teneva e tiene
alcun'altri, secondo un altro lascio. E così è stato eseguito dagl'uomini
della terra di Prato; come conoscenti di tanto benefizio, che invero è
stato grandissimo e degno d'eterna memoria, hanno posta nel loro
consiglio, come di benemerito della patria, l'imagine di esso
Domenico.
FINE DELLA VITA DI NICCOLÒ SOGGI PITTORE