Page 1287 - Giorgio Vasari
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Essendogli poi allogata una cappella nel detto San Francesco, cioè la
seconda entrando in chiesa a man ritta, vi fece dentro a tempera la
Nostra Donna, San Giovanni Batista, San Bernardo, Sant'Antonio, San
Francesco e tre Angeli in aria che cantano, con un Dio Padre in un
frontespizio, che quasi tutti furono condotti da Niccolò a tempera, con
la punta del pennello. Ma perché si è quasi tutta scrostata per la
fortezza della tempera, ella fu una fatica gettata via, ma ciò fece
Niccolò per tentare nuovi modi. Ma conosciuto che il vero modo era il
lavorare in fresco, s'attaccò alla prima occasione e tolse a dipignere
in fresco una cappella in S. Agostino di quella città, a canto alla porta
a man manca entrando in chiesa. Nella quale cappella, che gli fu
allogata da un Scamarra maestro di fornaci, fece una Nostra Donna in
aria con un popolo sotto e San Donato e San Francesco ginocchioni, e
la miglior cosa che egli facesse in quest'opera fu un S. Rocco nella
testata della cappella. Quest'opera, piacendo molto a Domenico
Ricciardi aretino, il quale aveva nella chiesa della Madonna delle
Lacrime una cappella, diede la tavola di quella a dipignere a Niccolò,
il quale messo mano all'opera vi dipinse dentro la Natività di Gesù
Cristo con molto studio e diligenza. E se bene penò assai a finirla, la
condusse tanto bene, che ne merita scusa, anzi lode infinita, perciò
che è opera bellissima. Né si può credere con quanti avertimenti ogni
minima cosa conducesse, et un casamento rovinato, vicino alla
capanna dove è Cristo fanciullino e la Vergine, è molto bene tirato in
prospettiva; nel San Giuseppo et in alcuni pastori sono molte teste di
naturale, cioè Stagio Sassoli pittore et amico di Niccolò, e Papino
dalla Pieve suo discepolo, il quale averebbe fatto a sé et alla patria,
se non fusse morto assai giovane, onor grandissimo. E tre Angeli che
cantano in aria sono tanto ben fatti, che soli basterebbono a
mostrare la virtù e pacienza che infino all'ultimo ebbe Niccolò intorno
a quest'opera, la quale non ebbe sì tosto finita, che fu ricerco
dagl'uomini della Compagnia di Santa Maria della Neve del Monte
Sansovino di far loro una tavola per la detta Compagnia, nella quale
fusse la storia della neve che, fiocando a Santa Maria Maggiore di
Roma a' cinque dì d'agosto, fu cagione dell'edificazione di quel
tempio. Niccolò dunque condusse a' sopra detti la detta tavola con