Page 1283 - Giorgio Vasari
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visitazione di Nostra Donna et alcuni Santi attorno, et in una tavola,
               che fu fatta per la pieve a S. Stefano, la Nostra Donna et altri Santi.
               Le quali due opere condusse il Lappoli molto meglio che l'altre che
               aveva fatto infino allora, per avere veduti, con suo commodo, molti
               rilievi e gessi di cose formate dalle statue di Michelagnolo e da altre

               cose antiche, stati condotti da Giorgio Vasari nelle sue case d'Arezzo.
               Fece il medesimo alcuni quadri di Nostre Donne che sono per Arezzo
               et in altri luoghi, et una Iudit che mette la testa d'Oloferne in una

               sporta  tenuta  da  una  sua  servente,  la  quale  ha  oggi  monsignor
               Messer Bernardetto Minerbetti vescovo d'Arezzo, il quale amò assai
               Giovan  Antonio,  come  fa  tutti  gl'altri  virtuosi,  e  da  lui  ebbe,  oltre
               all'altre cose, un S. Giovanbatista giovinetto nel deserto, quasi tutto
               ignudo,  che  è  da  lui  tenuto  caro  perché  è  bonissima  figura.

               Finalmente,  conoscendo  Giovan  Antonio  che  la  perfezzione  di
               quest'arte  non  consisteva  in  altro  che  in  cercar  di  farsi  a  buon'ora
               ricco d'invenzione e studiare assai gli ignudi e ridurre le difficultà del

               far in facilità, si pentiva di non avere speso il tempo, che aveva dato
               a' suoi piaceri, negli studii dell'arte e che non bene si fa in vecchiezza
               quello  che  in  giovanezza  si  potea  fare.  E  come  che  sempre
               conoscesse il suo errore, non però lo conobbe interamente, se non
               quando  essendosi  già  vecchio  messo  a  studiare,  vidde  condurre  in

               quarantadue giorni una tavola a olio, lunga quattordici braccia et alta
               sei  e  mezzo,  da  Giorgio  Vasari,  che  la  fece  per  lo  reffettorio  de'
               monaci della Badia di S. Fiore in Arezzo, dove sono dipinte le nozze

               d'Ester e del re Assuero, nella quale opera sono più di sessanta figure
               maggiori del vivo.

               Andando  dunque  alcuna  volta  Giovann'Antonio  a  vedere  lavorare
               Giorgio  e  standosi  a  ragionar  seco,  diceva:  "Or  conosco  io  che  'l
               continuo studio e lavorare è quello che fa uscir gli uomini di stento, e
               che  l'arte  nostra  non  viene  per  Spirito  Santo".  Non  lavorò  molto

               Giovan  Antonio  a  fresco,  perciò  che  i  colori  gli  facevono  troppa
               mutazione,  nondimeno  si  vede  di  sua  mano,  sopra  la  chiesa  di
               Murello,  una  Pietà  con  due  Angioletti  nudi  assai  bene  lavorati.
               Finalmente essendo stato uomo di buon giudizio et assai pratico nelle

               cose  del  mondo,  d'anni  sessanta,  l'anno  1552,  amalando  di  febre
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