Page 1279 - Giorgio Vasari
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et alloggiando con Giovan Antonio suo amicissimo, intesa l'opera che
               aveva tolta a fare, gli fece, come volle il Lappoli, uno schizzetto tutto
               d'ignudi molto bello; per che messo Giovan Antonio mano all'opera,
               imitando il disegno del Rosso, fece nella detta tavola la visitazione di
               S. Lisabetta, e nel mezzo tondo di sopra un Dio Padre con certi putti,

               ritraendo i panni e tutto il resto di naturale. E condottola a fine ne fu
               molto lodato e comendato e massimamente per alcune teste ritratte
               di naturale, fatte con buona maniera e molto utile. Conoscendo poi

               Giovan Antonio, che a voler fare maggior frutto nell'arte, bisognava
               partirsi  d'Arezzo,  passata  del  tutto  la  peste  a  Roma,  deliberò
               andarsene là dove già sapeva ch'era tornato Perino, il Rosso e molti
               altri amici suoi, e vi facevano molte opere e grandi. Nel qual pensiero
               se  gli  porse  occasioni  d'andarvi  comodamente.  Per  che,  venuto  in

               Arezzo  Messer  Paolo  Valdarabrini,  segretario  di  papa  Clemente
               Settimo,  che  tornando  di  Francia  in  poste  passò  per  Arezzo  per
               vedere  i  fratelli  e  nipoti,  l'andò  Giovan  Antonio  a  visitare;  onde

               Messer  Paolo,  che  era  disideroso  che  in  quella  sua  città  fussero
               uomini  rari  in  tutte  le  virtù,  i  quali  mostrassero  gl'ingegni  che  dà
               quell'aria e quel cielo a chi vi nasce, confortò Giovan Antonio, ancor
               che  molto  non  bisognasse,  a  dovere  andar  seco  a  Roma,  dove  gli
               farebbe avere ogni commodità di potere attendere agli studi dell'arte.

               Andato  dunque  con  esso  Messer  Paolo  a  Roma,  vi  trovò  Perino,  il
               Rosso  et  altri  amici  suoi,  et  oltre  ciò  gli  venne  fatto,  per  mezzo  di
               Messer  Paolo,  di  conoscere  Giulio  Romano,  Bastiano  Viniziano  e

               Francesco  Mazzuoli  da  Parma,  che  in  que'  giorni  capitò  a  Roma;  il
               quale  Francesco,  dilettandosi  di  sonare  il  liuto,  e  perciò  ponendo
               grandissimo  amor  a  Giovanni  Antonio,  fu  cagione  col  praticare
               sempre  insieme,  che  egli  si  mise  con  molto  studio  a  disegnare  e
               colorire  et  a  valersi  dell'occasione  che  aveva  d'essere  amico  ai

               migliori  dipintori  che  allora  fussero  in  Roma.  E  già  avendo  quasi
               condotto a fine un quadro, dentrovi una Nostra Donna grande quanto
               è il vivo, il quale voleva Messer Paolo donare a papa Clemente per

               fargli conoscere il Lappoli, venne, sì come volle la fortuna che spesso
               s'attraversa  a'  disegni  degli  uomini,  a  sei  di  maggio  l'anno  1527,  il
               Sacco infelicissimo di Roma. Nel quale caso, correndo Messer Paulo a
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