Page 128 - Giorgio Vasari
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per il tempo che consuma ogni cosa, venner manco, e non essendo
allora chi scrivesse, non potettono essere almanco per quella via
conosciute da' posteri, vennero ancora a esser incogniti gli artefici di
quelle. Ma da che gli scrittori cominciorono a far memoria delle cose
state innanzi a loro, non potettono già parlare di quelli de' quali non
avevano potuto aver notizia; in modo che primi appo loro vengono a
esser quelli de' quali era stata ultima a perdersi la memoria. Sì come
il primo de' poeti, per consenso comune, si dice esser Omero, non
perché innanzi a lui non ne fusse qualcuno, che ne furono, sebbene
non tanto eccellenti, e nelle cose sue istesse si vede chiaro; ma
perché di quei primi, tali quali essi furono, era persa già dumila anni
fa ogni cognizione. Però, lasciando questa parte indietro, troppo per
l'antichità sua incerta, vegniamo alle cose più chiare, della loro
perfezzione e rovina e restaurazione e per dir meglio rinascita; delle
quali con molti miglior fondamenti potremo ragionare.
Dico adunque, essendo però vero che elle cominciassero in Roma
tardi, se le prime figure furono, come si dice, il simulacro di Cerere
fatto di metallo de' beni di Spurio Cassio, il quale, perché macchinava
di farsi re, fu morto dal proprio padre senza rispetto alcuno, che
sebbene continuarono l'arti della scultura e della pittura insino alla
consumazione de' dodici Cesari, non però continuarono in quella
perfezzione e bontà che avevano avuto innanzi; perché si vede negli
edifizii che fecero, succedendo l'uno all'altro gli imperatori, che ogni
giorno queste arti declinando, venivano a poco a poco perdendo
l'intera perfezzione del disegno.
E di ciò possono rendere chiara testimonianza l'opere di scultura e
d'architettura che furono fatte al tempo di Gostantino in Roma, e
particularmente l'arco trionfale fattogli dal popolo romano al
Colosseo, dove si vede che per mancamento di maestri buoni non
solo si servirono delle storie di marmo fatte al tempo di Traiano, ma
delle spoglie ancora condotte di diversi luoghi a Roma. E chi conosce
che i vòti che sono ne' tondi, cioè le sculture di mezzo rilievo, e
parimente i prigioni e le storie grandi e le colonne e le cornici et altri
ornamenti, fatti prima e di spoglie, sono eccellentemente lavorati,
conosce ancora che l'opere, le quali furon fatte per ripieno dagli