Page 127 - Giorgio Vasari
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signor Duca.
               Ma perché le antichità delle cose de' Greci e dell'Etiopi e de' Caldei

               sono  parimente  dubbie,  come  le  nostre  e  forse  più,  e  per  il  più
               bisogna fondare il giudizio di tali cose in su le conietture, che ancor
               non sieno talmente deboli che in tutto si scostino dal segno, io credo
               non mi esser punto partito dal vero e penso che ognuno, che questa

               parte vorrà discretamente considerare, giudicherà come io, quando di
               sopra io dissi il principio di queste arti essere stata l'istessa natura e
               l'innanzi o modello la bellissima fabrica del mondo, et il maestro quel
               divino lume infuso per grazia singulare in noi, il quale non solo ci ha

               fatti superiori alli altri animali, ma simili (se è lecito dire) a Dio. E se
               ne' tempi nostri si è veduto (come io credo per molti esempli poco
               inanzi poter mostrare) che i semplici fanciulli e rozzamente allevati
               ne' boschi, in sull'esempio solo di queste belle pitture e sculture della

               natura,  con  la  vivacità  del  loro  ingegno  da  per  se  stessi  hanno
               cominciato  a  disegnare,  quanto  più  si  può  e  debbe  verisimilmente
               pensare, que' primi uomini, i quali quanto manco erano lontani dal
               suo  principio  e  divina  generazione,  tanto  erono  più  perfetti  e  di

               migliore  ingegno,  essi  da  per  loro  avendo  per  guida  la  natura,  per
               maestro l'intelletto purgatissimo, per essempio sì vago modello del
               mondo,  aver  dato  origine  a  queste  nobilissime  arti  e  da  picciol
               principio,  a  poco  a  poco  migliorandole,  condottole  finalmente  a

               perfezzione?
               Non voglio già negare che e' non sia stato un primo che cominciasse,

               ché io so molto bene che e' bisognò che qualche volta e da qualcuno
               venisse il principio; né anche negherò essere stato possibile che l'uno
               aiutasse l'altro, et insegnasse et aprisse la via al disegno, al colore e
               rilievo; perché io so che l'arte nostra è tutta imitazione della natura,

               principalmente,  e  poi,  perché  da  sé  non  può  salir  tanto  alto,  delle
               cose, che da quelli che miglior maestri di sé giudica, sono condotte:
               ma dico bene, che il volere determinatamente affermare chi costui o
               costoro  fussero,  è  cosa  molto  pericolosa  a  giudicare,  e  forse  poco

               necessaria  a  sapere,  poi  che  veggiamo  la  vera  radice  et  origine
               donde ella nasce. Per che, poiché delle opere che sono la vita e la
               fama delli artefici, le prime, e di mano in mano le seconde e le terze,
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