Page 123 - Giorgio Vasari
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imitazione di così bella opera si facessino gli uomini avanti al Diluvio
in queste arti; avvegna che verisimilmente paia da credere che essi
ancora e scolpissero e dipignessero d'ogni maniera; poiché Belo,
figliuolo del superbo Nembrot, circa CC anni dopo il Diluvio, fece fare
la statua donde nacque poi la idolatria, e la famosissima nuora sua
Semiramis regina di Babilonia, nella edificazione di quella città, pose
tra gli ornamenti di quella non solamente variate e diverse spezie di
animali ritratti e coloriti di naturale, ma la imagine di se stessa e di
Nino suo marito, e le statue ancora, di bronzo, del suocero e della
suocera e della antisuocera sua, come racconta Diodoro, chiamandole
co' nomi de' Greci, che ancora non erano, Giove, Giunone et Ope. Da
le quali statue appresero per avventura i Caldei a fare le imagini de'
loro Dii; poiché 150 anni dopo Rachel nel fuggire di Mesopotamia
insieme con Jacob suo marito furò gl'idoli di Laban suo padre, come
apertamente racconta il Genesi.
Né forono, però, soli i Caldei a fare sculture e pitture; ma le fecero
ancora gli Egizzii, esercitandosi in queste arti con tanto studio,
quanto mostra il sepolcro maraviglioso dello antichissimo re Simandio
largamente descritto da Diodoro; e quanto arguisce il severo
comandamento fatto da Mosè nello uscire de l'Egitto, cioè che sotto
pena della morte non si facessero a Dio imagini alcune. Costui, nello
scendere di sul monte, avendo trovato fabricato il vitello dell'oro et
adorato solennemente dalle sue genti, turbatosi gravemente di
vedere concessi i divini onori all'immagine d'una bestia, non
solamente lo ruppe e ridusse in polvere, ma per punizione di cotanto
errore, fece uccidere da' Leviti molte migliaia degli scellerati figliuoli
d'Israel che avevano commessa quella idolatria. Ma perché non il
lavorare le statue, ma l'adorarle era peccato sceleratissimo, si legge
nell'Esodo, che l'arte del disegno e delle statue, non solamente di
marmo, ma di tutte le sorte di metallo, fu donata per bocca di Dio a
Beseleel della tribù di Iuda, et ad Oliab della tribù di Dan, che furono
que' che fecero i due cherubini d'oro e' candellieri, e 'l velo e le
fimbrie delle vesti sacerdotali, e tante altre bellissime cose di getto
nel Tabernacolo, non per altro, che per indurvi le genti a contemplarle
et adorarle.