Page 1276 - Giorgio Vasari
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VITA DI GIOVANN'ANTONIO LAPPOLI PITTORE ARETINO


               Rade  volte  aviene  che  d'un  ceppo  vecchio  non  germogli  alcun

               rampollo buono, il quale col tempo crescendo non rinuovi e colle sue
               frondi rivesta quel luogo spogliato e faccia con i frutti conoscere a chi
               gli gusta il medesimo sapore che già si sentì del primo albero. E che

               ciò  sia  vero  si  dimostra  nella  presente  vita  di  Giovann'Antonio,  il
               quale, morendo Matteo suo padre, che fu l'ultimo de' pittori del suo
               tempo assai lodato, rimase con buone entrate al governo della madre
               e  così  si  stette  infino  a  dodici  anni;  al  qual  termine  della  sua  età
               pervenuto, Giovan Antonio, non si curando di pigliare altro esercizio

               che  la  pittura,  mosso  oltre  all'altre  cagioni  dal  volere  seguire  le
               vestigie  e  l'arte  del  padre,  imparò  sotto  Domenico  Pecori  pittore
               aretino, che fu il suo primo maestro, il quale era stato insieme con

               Matteo suo padre discepolo di Clemente, i primi principii del disegno.
               Dopo, essendo stato con costui alcun tempo e desiderando far miglior
               frutto che non faceva sotto la disciplina di quel maestro et in quel
               luogo, dove non poteva anco da per sé imparare, ancor che avesse
               l'inclinazione della natura, fece pensiero di volere che la stanza sua

               fusse  Fiorenza.  Al  quale  suo  proponimento,  aggiuntosi  che  rimase
               solo per la morte della madre, fu assai favorevole la fortuna, perché
               maritata una sorella che aveva di piccola età a Lionardo Ricoveri ricco

               e de' primi cittadini ch'allora fusse in Arezzo, se n'andò a Fiorenza,
               dove fra l'opere di molti che vidde, gli piacque più che quella di tutti
               gli altri che avevano in quella città operato nella pittura, la maniera
               d'Andrea  del  Sarto  e  di  Iacopo  da  Puntormo;  per  che  risolvendosi
               d'andare a stare con uno di questi due, si stava sospeso a quale di

               loro dovesse appigliarsi, quando scoprendosi la Fede e la Carità fatta
               dal Puntormo sopra il portico della Nunziata di Firenze, deliberò del
               tutto  d'andare  a  star  con  esso  Puntormo,  parendogli  che  la  costui

               maniera  fusse  tanto  bella,  che  si  potesse  sperare  che  egli,  allora
               giovane, avesse a passare inanzi a tutti i pittori giovani della sua età,
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