Page 1277 - Giorgio Vasari
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come fu in quel tempo ferma credenza d'ognuno. Il Lappoli adunque,
               ancor che fusse potuto andare a star con Andrea, per le dette cagioni
               si mise col Puntormo, appresso al quale continuamente disegnando,
               era da due sproni per la concorrenza cacciato alla fatica terribilmente.
               L'uno  si  era  Giovan  Maria  dal  Borgo  a  Sansepolcro,  che  sotto  il

               medesimo  attendeva  al  disegno  et  alla  pittura,  et  il  quale,
               consigliandolo sempre al suo bene, fu cagione che mutasse maniera
               e pigliasse quella buona del Puntormo. L'altro (e questi lo stimolava

               più  forte)  era  il  vedere  che  Agnolo  chiamato  il  Bronzino  era  molto
               tirato  innanzi  da  Iacopo,  per  una  certa  amorevole  sommessione,
               bontà e diligente fatica che aveva nell'imitare le cose del maestro;
               senzaché disegnava benissimo e si portava ne' colori di maniera, che
               diede speranza di dovere a quell'eccellenza e perfezzione venire, che

               in lui si è veduta e vede ne' tempi nostri.

               Giovan Antonio dunque, disideroso d'imparare e spinto dalle sudette
               cagioni, durò molti mesi a far disegni e ritratti dell'opere di Iacopo
               Puntormo  tanto  ben  condotti  e  begli  e  buoni,  che  se  egli  avesse
               seguitato  e  per  la  natura,  che  l'aiutava,  per  la  voglia  del  venire

               eccellente  e  per  la  concorrenza  e  buona  maniera  del  maestro,  si
               sarebbe fatto eccellentissimo: e ne possono far fede alcuni disegni di
               matita  rossa,  che  di  sua  mano  si  veggiono  nel  nostro  libro.  Ma  i
               piaceri, come spesso si vede avvenire, sono ne' giovani le più volte

               nimici della virtù e fanno che l'intelletto si disvia, e però bisognerebbe
               a chi attende agli studi di qual si voglia scienza, facultà et arte, non
               avere altre pratiche che di coloro che sono della professione e buoni
               e costumati. Giovan Antonio, dunque, essendosi messo a stare, per

               essere  governato,  in  casa  d'un  ser  Raffaello  di  Sandro  Zoppo,
               cappellano in San Lorenzo, al quale dava un tanto l'anno, dismesse in
               gran parte lo studio della pittura; perciò che, essendo questo prete
               galantuomo e dilettandosi di pittura, di musica e d'altri trattenimenti,

               praticavano  nelle  sue  stanze,  che  aveva  in  San  Lorenzo,  molte
               persone  virtuose  e  fra  gl'altri  Messer  Antonio  da  Lucca,  musico  e
               sonator di liuto eccellentissimo, che allora era giovinetto; dal quale
               imparò  Giovan  Antonio  a  sonar  di  liuto.  E  se  bene  nel  medesimo

               luogo praticava anco il Rosso pittore et alcuni altri della professione,
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