Page 1268 - Giorgio Vasari
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principale è il famosissimo Fabio Massimo a sedere et armato.
Dall'altro lato è Speusippo duca de' Tegeti il quale, volendogli
persuader un amico che si levasse dinanzi un suo avversario et
emulo, rispose non volere, da particolar interesse spinto, privare la
patria d'un sì fatto cittadino. Nel tondo, che è nell'altro canto che
segue, è da una parte Celio pretore, che per avere combattuto contra
il consiglio e volere degl'aruspici, ancor che vincesse et avesse la
vittoria fu dal senato punito: et a lato gli siede Trasibulo che,
accompagnato da alcuni amici, uccise valorosamente trenta tiranni
per liberar la patria: e questi è un vecchio raso con i capegli bianchi,
il quale ha sotto il suo nome, sì come hanno anco tutti gl'altri.
Dall'altra parte, nel cantone disotto in un tondo, è Genuzio Cippo
pretore, al quale, essendosi posto in testa un ucello prodigiosamente
con l'ali in forma di corna, fu risposto dall'oracolo che sarebbe re della
sua patria, onde egli elesse, essendo già vecchio, d'andare in esilio
per non soggiogarla. E perciò fece a costui Domenico uno ucello in
capo. Appresso a costui siede Caronda, il quale essendo tornato di
villa et in un subito andato in senato senza disarmarsi, contra una
legge che voleva che fusse ucciso chi entrasse in senato con arme,
uccise se stesso, accortosi dell'errore. Nell'ultimo tondo dall'altra
parte è Damone e Pitia, la singolar amicizia de' quali è notissima, e
con loro è Dionisio tiranno di Sicilia. Et allato a questi siede Bruto,
che per zelo della patria condannò a morte due suoi figliuoli perché
cercavano di far tornare alla patria i Tarquini. Quest'opera, adunque,
veramente singolare, fece conoscere a' sanesi la virtù e valore di
Domenico, il quale mostrò in tutte le sue azzioni arte, giudizio et
ingegno bellissimo.
Aspettandosi, la prima volta che venne in Italia l'imperator Carlo V,
che andasse a Siena per averne dato intenzione agl'ambasciadori di
quella republica, fra l'altre cose che si fecero magnifiche e
grandissime per ricevere un sì grande imperatore, fece Domenico un
cavallo di tondo rilievo, di braccia otto, tutto di carta pesta e voto
dentro. Il peso del qual cavallo era retto da un'armadura di ferro e
sopra esso era la statua di esso imperador armato all'antica con lo
stocco in mano, e sotto aveva tre figure grandi, come vinte da lui, le