Page 1266 - Giorgio Vasari
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in ciascuno di essi una storia. Nei canti della volta, dove è lo spigolo,
               è girato un tondo che piglia dell'una e dell'altra faccia per metà, e
               questi,  essendo  rotti  dallo  spigolo  della  volta,  fanno  otto  vani;  in
               ciascuno de' quali sono figure grandi che siedono, figurate per uomini
               segnalati, ch'hanno difesa la republica et osservate le leggi. Il piano

               della volta nella maggiore altezza è diviso in tre parti, di maniera che
               fa  un  tondo  nel  mezzo  sopra  gli  ottangoli  a  dirittura  e  due  quadri
               sopra  i  quadri  delle  facciate.  In  uno  adunque  degl'ottangoli  è  una

               femmina  con  alcuni  fanciulli  attorno,  che  ha  un  cuore  in  mano  per
               l'amore che si deve alla patria, nell'altro è un'altra femmina, con altri
               tanti  putti  fatta  per  la  Concordia  de'  cittadini.  E  queste  mettono  in
               mezzo una Iustizia, che è nel tondo, con la spada e bilancie in mano
               e  questa  scorta  al  di  sotto  in  su,  tanto  gagliardamente,  che  è  una

               maraviglia,  perché  il  disegno  et  il  colorito  che  ha  a'  piedi  comincia
               oscuro, va verso le ginocchia più chiaro, e così va facendo a poco a
               poco di maniera verso il torso, le spalle e le braccia, che la testa si va

               compiendo in un splendor celeste che fa parere che quella figura a
               poco a poco se ne vada in fumo. Onde non è possibile imaginare, non
               che vedere la più bella figura di questa, né altra fatta con maggior
               giudizio et arte fra quante ne furono mai dipinte, che scortassino al
               disotto in su.

               Quanto  alle  storie,  nella  prima  della  testa,  entrando  nel  salotto  a

               man sinistra, è Marco Lepido e Fulvio Flacco censori, i quali essendo
               fra  loro  nimici,  subito  che  furono  colleghi  nel  magistrato  della
               censura, a benefizio della patria, deposto l'odio particolare, furono in
               quell'uffizio come amicissimi. E questi Domenico fece ginocchioni, che

               si abbracciano con molte figure attorno e con un ordine bellissimo di
               casamenti  e  tempii  tirati  in  prospettiva  tanto  bene  et
               ingegnosamente, che in loro si vede quanto intendesse Domenico la
               prospettiva. Nell'altra faccia segue in un quadro l'istoria di Postumio

               Tiburzio dittatore, il quale avendo lasciato alla cura dell'essercito et
               in suo luogo un suo unico figliuolo, comandandogli che non dovesse
               altro  fare  che  guardare  gl'alloggiamenti,  lo  fece  morire  per  essere
               stato disubidiente et avere con bella occasione assaltati gli inimici et

               avutone vittoria; nella quale storia fece Domenico Postumio vecchio e
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