Page 1254 - Giorgio Vasari
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Aveva scoperto già Michelagnolo Buonarroti, nella cappella del papa,
               la  facciata  del  Giudizio,  e  vi  mancava  di  sotto  a  dipignere  il
               basamento, dove si aveva appiccare una spalliera d'arazzi tessuta di
               seta  e  d'oro,  come  i  panni  che  parano  la  cappella;  onde,  avendo
               ordinato il Papa che si mandasse a tessere in Fiandra, col consenso di

               Michelagnolo,  fecero  che  Perino  cominciò  una  tela  dipinta  della
               medesima  grandezza,  dentrovi  femmine  e  putti  e  termini  che
               tenevono  festoni  molto  vivi,  con  bizzarrissime  fantasie.  La  quale

               rimase imperfetta in alcune stanze di Belvedere dopo la morte sua,
               opera certo degna di lui e dell'ornamento di sì divina pittura.

               Dopo  questo,  avendo  fatto  finire  di  murare  Anton  da  Sangallo,  in
               palazzo del papa, la sala grande de' re dinanzi alla cappella di Sisto
               Quarto, fece Perino nel cielo uno spartimento grande d'otto facce, e
               croce et ovati nel rilievo e sfondato di quella. Il che fatto, la diedero a

               Perino che la lavorasse di stucco e facesse quegli ornamenti più ricchi
               e  più  begli  che  si  potesse  fare  nella  difficultà  di  quell'arte.  Così
               cominciò e fece negli ottangoli, in cambio d'una rosa, quattro putti
               tondi di rilievo che puntano i piedi al mezzo e, con le braccia girando,

               fanno una rosa bellissima. E nel resto dello spartimento sono tutte
               l'imprese di casa Farnese, e nel mezzo della volta l'arme del Papa.
               Onde veramente si può dire questa opera, di stucco, di bellezza e di
               finezza e di difficultà aver passato quante ne fecero mai gli antichi et

               i moderni, e degna veramente d'un capo della religione cristiana. Così
               furono  con  disegno  del  medesimo  [fatte]  le  finestre  di  vetro  dal
               Pastorin da Siena, valente in quel mestiero, e sotto fece fare Perino le
               facciate,  per  farvi  le  storie  di  sua  mano,  in  ornamenti  di  stucchi

               bellissimi,  che  furon  poi  seguitati  da  Daniello  Riciarelli  da  Volterra
               pittore.  La  quale  [opera]  se  la  morte  non  gli  avesse  impedito  quel
               buono  animo  ch'aveva,  arebbe  fatto  conoscere  quanto  i  moderni
               avessino avuto cuore, non solo in paragonare con gli antichi l'opere

               loro, ma forse in passarle di gran lunga.
               Mentre che lo stucco di questa volta si faceva e che egli pensava a'

               disegni  delle  storie  in  San  Pietro  di  Roma,  rovinandosi  le  mura
               vecchie di quella chiesa, per rifar le nuove della fabrica, pervennero i
               muratori a una pariete dove era una Nostra Donna et altre pitture di
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