Page 1252 - Giorgio Vasari
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accarezzi per suo; e massimamente chi seguita l'orme di qualche
bella virtù.
Comperò in questo tempo Messer Pietro de' Massimi una cappella alla
Trinità, dipinta la volta e le lunette con ornamenti di stucco, e così la
tavola a olio, da Giulio Romano e da Giovan Francesco suo cognato;
per che, disideroso quel gentiluomo di farla finire, dove nelle lunette
erano quattro istorie a fresco di Santa Maria Maddalena e nella tavola
a olio un Cristo che appare a Maria Maddalena in forma d'ortolano,
fece far prima un ornamento di legno dorato alla tavola, che n'aveva
un povero di stucco, e poi allogò le facciate a Perino, il quale, fatto
fare i ponti e la turata, mise mano e dopo molti mesi a fine la
condusse. Fecevi uno spartimento di grottesche bizzarre e belle, parte
di basso rilievo e parte dipinte, e ricinse due storiette non molto
grandi con un ornamento di stucchi molto varii, in ciascuna facciata la
sua; nell'una era la probatica piscina, con quegli rattratti e malati e
l'Angelo che viene a commover l'acque, con le vedute di que' portici
che scortono in prospettiva benissimo, e gl'andamenti e gl'abiti de'
sacerdoti fatti con una grazia molto pronta, ancora che le figure non
sieno molto grandi; nell'altra fece la resurressione di Lazero
quatriduano, che si mostra, nel suo riaver la vita, molto ripieno della
palidezza e paura della morte, et intorno a esso sono molti che lo
sciolgono e pure assai che si maravigliano et altri che stupiscono;
senzaché la storia è adorna d'alcuni tempietti che sfuggono nel loro
allontanarsi, lavorati con grandissimo amore et il simile sono tutte le
cose dattorno di stucco. Sonvi quattro storiettine minori, due per
faccia, che mettono in mezzo quella grande; nelle quali sono: in una,
quando il centurione dice a Cristo che liberi con una parola il figliuolo
che muore; nell'altra, quando caccia i venditori del tempio; la
Trasfigurazione et un'altra simile. Fecevi, ne' risalti de' pilastri di
dentro, quattro figure in abito di Profeti che sono veramente nella lor
bellezza quanto eglino possino essere di bontà e di proporzione ben
fatti e finiti; et è similmente quell'opera condotta sì diligentemente,
che più tosto alle cose miniate che dipinte, per la sua finezza,
somiglia. Vedevisi una vaghezza di colorito molto viva et una gran
piacenza usata in condurla, mostrando quel vero amore che si debbe