Page 1245 - Giorgio Vasari
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che mancarono danari ancora a quelli della Compagnia; e talmente
andò in lungo questa pratica che l'anno 1527 venne la rovina di
Roma, che fu messa quella città a sacco, e spento molti artefici e
distrutto e portato via molte opere. Onde Perino, trovandosi in tal
frangente et avendo donna et una puttina, con la quale corse in collo
per Roma per camparla di luogo in luogo, fu in ultimo
miserissimamente fatto prigione, dove si condusse a pagar taglia con
tanta sua disavventura, che fu per dar la volta al cervello.
Passato le furie del Sacco, era sbattuto talmente per la paura che egli
aveva ancora, che le cose dell'arte si erano allontanate da lui; ma
nientedimeno fece per alcuni soldati spagnuoli tele a guazzo et altre
fantasie e, rimessosi in assetto, viveva come gli altri poveramente.
Solo fra tanti il Baviera, che teneva le stampe di Raffaello, non aveva
perso molto, onde per l'amicizia ch'egli aveva con Perino, per
intrattenerlo gli fece disegnare una parte d'istorie, quando gli dèi si
trasformano per conseguire i fini de' loro amori. I quali furono
intagliati in rame da Jacopo Caraglio eccellente intagliatore di
stampe. Et invero in questi disegni si portò tanto bene che,
riservando i dintorni e la maniera di Perino, e tratteggiando quegli
con un modo facilissimo, cercò ancora dar loro quella leggiadria e
quella grazia che aveva dato Perino a' suoi disegni.
Mentre che le rovine del Sacco avevano distrutta Roma e fatto partir
di quella gli abitatori et il Papa stesso, che si stava in Orvieto, non
essendovi rimasti molti e non si facendo faccenda di nessuna sorte,
capitò a Roma Niccola Viniziano, raro et unico maestro di ricami,
servitore del principe Doria, il quale, e per l'amicizia vecchia che
aveva con Perino e perché egli ha sempre favorito e voluto bene agli
uomini de l'arte, persuase a Perino a partirsi di quella miseria et
inviarsi a Genova, promettendogli che egli farebbe opera con quel
prencipe, che era amatore e si dilettava della pittura, che gli farebbe
fare opere grosse; e massimamente che sua eccellenza gli aveva
molte volte ragionato che arebbe avuto voglia di far un appartamento
di stanze con bellissimi ornamenti. Non bisognò molto persuader
Perino per che, essendo dal bisogno oppresso e dalla voglia di uscir di
Roma appassionato, deliberò con Niccola partire. E dato ordine di