Page 1241 - Giorgio Vasari
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avea fatto fare l'armatura per cominciarlo; ma inanzi a questo nella
               venuta  sua  molti  amici  suoi,  che  avevano  visto  in  Roma
               eccellentissime  opere  sue,  gli  avevano  fatto  allogare  quell'opera  a
               fresco ch'io dissi, acciò lasciasse di sé in Fiorenza qualche memoria di
               sua mano che avesse a mostrare la bellezza e la vivacità dell'ingegno

               che egli aveva nella pittura, et acciò che fusse cognosciuto e forse, da
               chi governava allora, messo in opera in qualche lavoro d'importanza.

               Erano  in  Camaldoli  di  Fiorenza  allora  uomini  artefici  che  si
               ragunavano a una Compagnia, nominata de' Martiri, i quali avevano
               avuto voglia più volte di far dipignere una facciata, che era in quella,

               drentovi la storia di essi martiri quando e' sono condennati alla morte
               dinanzi a' due imperadori romani che, dopo la battaglia e presa loro,
               gli fanno in quel bosco crocifiggere e sospender a quegli alberi. La
               quale  storia  fu  messa  per  le  mani  a  Perino,  et  ancora  che  il  luogo

               fusse discosto et il prezzo piccolo, fu di tanto potere l'invenzione della
               storia e la facciata che era assai grande, che egli si dispose a farla;
               oltreché egli ne fu assai confortato da chi gli era amico, atteso che
               questa opera lo metterebbe in quella considerazione che meritava la

               sua virtù fra i cittadini che non lo conoscevano, e fra gli artefici suoi in
               Fiorenza,  dove  non  era  conosciuto  se  non  per  fama.  Deliberatosi
               dunque a lavorare, prese questa cura, e fattone un disegno piccolo,
               che fu tenuta cosa divina, e messo mano a fare un cartone grande

               quanto l'opera, lo condusse (non si partendo d'intorno a quello) a un
               termine  che  tutte  le  figure  principali  erano  finite  del  tutto.  E  così
               l'Apostolo si rimase indietro, senza farvi altro.

               Aveva Perino disegnato questo cartone in sul foglio bianco, sfumato e
               tratteggiato, lasciando i lumi della propria carta, e condotto tutto con

               una  diligenza  mirabile;  nella  quale  erano  i  due  imperadori  nel
               tribunale che sentenziano a la croce tutti i prigioni, i quali erano volti
               verso il tribunale, chi ginocchioni, chi ritto et altro chinato, tutti ignudi
               legati per diverse vie, in attitudini varie, storcendosi con atti di pietà
               e conoscendo il tremar delle membra, per aversi a disgiugner l'anima

               nella  passione  e  tormento  della  crocifissione;  oltreché  vi  era
               accennato in quelle teste la constanzia della fede né vecchi, il timore
               della morte ne' giovani, in altri il dolore delle torture nello stringerli le
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