Page 1234 - Giorgio Vasari
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et animali che vi si veggono, oltra le belle e varie invenzioni che da
essi furono fatte nello spartimento, avendo diviso quella in certi tondi
et ovati per sette pianeti del cielo, tirati dai loro animali, come Giove
dall'aquile, Venere dalle colombe, la Luna dalle femmine, Marte dai
lupi, Mercurio da' galli, il Sole da' cavalli e Saturno da' serpenti, oltre i
dodici segni del zodiaco et alcune figure delle settantadue imagini del
cielo, come l'Orsa maggiore, la Canicola e molte altre che, per la
lunghezza loro, le taceremo senza raccontarle per ordine, potendosi
l'opera vedere, le quali tutte figure sono per la maggior parte di
mano di Perino. Nel mezzo della volta è un tondo con quattro figure
finte per vittorie, che tengono il regno del papa e le chiavi, scortando
al disotto in su, lavorate con maestrevol arte e molto bene intese.
Oltra la leggiadria che egli usò negli abiti loro, velando l'ignudo con
alcuni pannicini sottili che in parte scuoprono le gambe ignude e le
braccia, certo con una graziosissima bellezza. La quale opera fu
veramente tenuta, et oggi ancora si tiene, per cosa molto onorata e
ricca di lavoro, e cosa allegra, vaga e degna veramente di quel
Pontefice; il quale non mancò riconoscere le lor fatiche, degne certo
di grandissima remunerazione.
Fece Perino una facciata di chiaro oscuro, allora messasi in uso per
ordine di Polidoro e Maturino, la quale è dirimpetto alla casa della
marchesa di Massa, vicino a maestro Pasquino, condotta molto
gagliardamente di disegno e con somma diligenza.
Venendo poi, il terzo anno del suo pontificato, papa Leone a Fiorenza,
per che in quella città si feciono molti trionfi, Perino, parte per vedere
la pompa di quella città e parte per rivedere la patria, venne inanzi
alla corte; e fece, in un arco trionfale a S. Trinita, una figura grande di
sette braccia bellissima, avendone un'altra a sua concorrenza fatta
Toto del Nunziata, già nella età puerile suo concorrente. Ma parendo
a Perino ogni ora mille anni di ritornarsene a Roma, giudicando molto
differente la maniera et i modi degli artefici da quegli che in Roma si
usavano, si partì di Firenze e là se ne ritornò, dove, ripreso l'ordine
del solito suo lavorare, fece in S. Eustachio da la Dogana un San
Piero in fresco, il quale è una figura che ha rilievo grandissimo, fatto
con semplice andare di pieghe, ma molto con disegno e giudizio