Page 1225 - Giorgio Vasari
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riduceva, si vedea che pativa dell'animo infinitamente; da che veniva
               in  gran  parte  che  egli  aveva  openione  che  le  cose  sue  non  si
               potessino con verun prezzo pagare. Fece per il cardinale d'Aragona, in
               un quadro, una bellissima S. Agata ignuda e martirizata nelle poppe,
               che fu cosa rara. Il qual quadro è oggi nella guardaroba del signor

               Guidobaldo duca d'Urbino, e non è punto inferiore a molti altri quadri
               bellissimi  che  vi  sono  di  mano  di  Raffaello  da  Urbino,  di  Tiziano  e
               d'altri.  Ritrasse  anche  di  naturale  il  signor  Piero  Gonzaga  in  una

               pietra, colorito a olio, che fu un bellissimo ritratto, ma penò tre anni a
               finirlo.

               Ora essendo in Firenze al tempo di papa Clemente Michelagnolo, il
               quale  attendeva  all'opera  della  nuova  sagrestia  di  San  Lorenzo,
               voleva Giuliano Bugiardini fare a Baccio Valori in un quadro la testa di
               papa Clemente et esso Baccio, et in un altro, per Messer Ottaviano

               de'  Medici,  il  medesimo  Papa  e  l'arcivescovo  di  Capua;  per  che
               Michelagnolo,  mandando  a  chiedere  a  fra'  Sebastiano  che  di  sua
               mano gli mandasse da Roma dipinta a olio la testa del Papa, egli ne
               fece una e gliela mandò, che riuscì bellissima. Della quale, poi che si

               fu servito Giuliano e che ebbe i suoi quadri finiti, Michelagnolo, che
               era compare di detto Messere Ottaviano, gliene fece un presente. E
               certo di quante ne fece fra' Sebastiano, che furono molte, questa è la
               più  bella  testa  di  tutte  e  la  più  simigliante,  come  si  può  vedere  in

               casa gli eredi del detto Messer Ottaviano. Ritrasse il medesimo papa
               Paolo Farnese subito che fu fatto sommo pontefice; e cominciò il duca
               di  Castro  suo  figliuolo,  ma  non  lo  finì,  come  non  fece  anche  molte
               altre cose, alle quali avea dato principio.

               Aveva fra' Sebastiano vicino al Popolo una assai buona casa, la quale
               egli si avea murata, et in quella con grandissima contentezza si vivea

               senza più curarsi di dipignere o lavorare, usando spesso dire che è
               una grandissima fatica avere nella vecchiezza a raffrenare i furori a'
               quali nella giovanezza gli artefici per utilità, per onore e per gara si
               sogliono  mettere;  e  che  non  era  men  prudenza  cercare  di  viver

               quieto,  che  vivere  con  le  fatiche  inquieto  per  lasciare  di  sé  nome
               dopo  la  morte,  dopo  la  quale  hanno  anco  quelle  fatiche  e  l'opere
               tutte ad avere, quando che sia, fine e morte. E come egli queste cose
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