Page 1221 - Giorgio Vasari
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quale volle che Sebastiano gli facesse una cappella in Santa Maria de
Anima in Roma. Ma trattenendolo d'oggi in domani, il cardinale la
fece finalmente dipignere a Michele Fiamingo suo paesano, che vi
dipinse storie della vita di Santa Barbara in fresco, imitando molto
bene la maniera nostra d'Italia, e nella tavola fece il ritratto di detto
cardinale.
Ma tornando a Sebastiano, egli ritrasse ancora il signor Federigo da
Bozzolo, et un non so che capitano armato che è in Fiorenza appresso
Giulio de' Nobili, et una femmina con abito romano, che è in casa di
Luca Torrigiani. Et una testa, di mano del medesimo, ha Giovan
Batista Cavalcanti, che non è del tutto finita. In un quadro fece una
Nostra Donna che con un panno cuopre un putto, che fu cosa rara, e
l'ha oggi nella sua guardaroba il cardinal Farnese. Abbozzò, ma non
condusse a fine, una tavola molto bella d'un San Michele che è sopra
un diavolo grande, la quale doveva andare in Francia al re che prima
aveva avuto un quadro di mano del medesimo.
Essendo poi creato sommo pontefice Giulio cardinal de' Medici, che fu
chiamato Clemente Settimo, fece intendere a Sebastiano, per il
vescovo di Vasona, ch'era venuto il tempo di fargli bene e che se
n'avedrebbe all'occasioni. Sebastiano intanto, essendo unico nel fare
ritratti, mentre si stava con queste speranze fece molti di naturale,
ma fra gli altri papa Clemente, che allora non portava barba; ne fece,
dico, due: uno n'ebbe il vescovo di Vasona e l'altro, che era molto
maggiore, cioè infino alle ginocchia et a sedere, è in Roma nelle case
di Sebastiano. Ritrasse anche Antonfrancesco degl'Albizi fiorentino,
che allora per sue facende si trovava in Roma, e lo fece tale che non
pareva dipinto, ma vivissimo. Onde egli, come una preziosissima
gioia se lo mandò a Fiorenza. Erano la testa e le mani di questo
ritratto cosa certo maravigliosa, per tacere quanto erano ben fatti i
velluti, le fodere, i rasi e l'altre parti tutte di questa pittura. E perché
era veramente Sebastiano nel fare i ritratti di tutta finezza e bontà a
tutti gli altri superiore, tutta Fiorenza stupì di questo ritratto
d'Antonfrancesco.
Ritrasse ancora in questo medesimo tempo Messer Pietro Aretino, e
lo fece sì fatto che, oltre al somigliarlo, è pittura stupendissima per