Page 1224 - Giorgio Vasari
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Avendo poi cominciato questo pittore un nuovo modo di colorire in
               pietra,  ciò  piaceva  molto  a'  popoli,  parendo  che  in  quel  modo  le
               pitture diventassero eterne e che né il fuoco, né i tarli potessero lor
               nuocere.  Onde  cominciò  a  fare  in  queste  pietre  molte  pitture,
               ricignendole con ornamenti d'altre pietre mischie, che fatte lustranti

               facevano accompagnatura bellissima. Ben è vero che, finite, non si
               potevano  né  le  pitture,  né  l'ornamento,  per  lo  troppo  peso,  né
               muovere,  né  trasportare  se  non  con  grandissima  difficultà.  Molti

               dunque  tirati  dalla  novità  della  cosa  e  dalla  vaghezza  dell'arte,  gli
               davano arre di danari perché lavorasse per loro, ma egli, che più si
               dilettava  di  ragionarne  che  di  farle,  mandava  tutte  le  cose  per  la
               lunga. Fece non di meno un Cristo morto e la Nostra Donna in una
               pietra, per don Ferrante Gonzaga, il quale lo mandò in Ispagna con

               un ornamento di pietra, che tutto fu tenuto opera molto bella, et a
               Sebastiano  fu  pagata  quella  pittura  cinquecento  scudi  da  Messer
               Niccolò da Cortona, agente in Roma del cardinale di Mantova.

               Ma  in  questo  fu  Bastiano  veramente  da  lodare,  perciò  che  dove
               Domenico suo compatriota, il quale fu il primo che colorisse a olio in

               muro, e dopo lui Andrea dal Castagno, Antonio e Piero del Pollaiuolo,
               non seppero trovar modo che le lor figure a questo modo fatte non
               diventassino  nere,  né  invecchiassero  così  presto,  lo  seppe  trovar
               Bastiano.  Onde  il  Cristo  alla  colonna,  che  fece  in  San  Piero  a

               Montorio, infino ad ora non ha mai mosso et ha la medesima vivezza
               e  colore  che  il  primo  giorno:  perché  usava  costui  questa  così  fatta
               diligenza, che faceva l'arricciato grosso della calcina con mistura di
               mastice e pece greca, e quelle insieme fondate al fuoco e date nelle

               mura, faceva poi spianare con una mescola da calcina fatta rossa, o
               vero  rovente,  al  fuoco.  Onde  hanno  potuto  le  sue  cose  reggere
               all'umido e conservare benissimo il colore senza farli far mutazione. E
               con la medesima mestura ha lavorato sopra le pietre di peperigni, di

               marmi,  di  mischi,  di  porfidi  e  lastre  durissime,  nelle  quali  possono
               lunghissimo tempo durare le pitture; oltre che ciò ha mostrato come
               si  possa  dipignere  sopra  l'argento,  rame,  stagno  et  altri  metalli.
               Quest'uomo aveva tanto piacere in stare ghiribizzando e ragionare,

               che si tratteneva i giorni interi per non lavorare. E quando pur vi si
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