Page 1213 - Giorgio Vasari
P. 1213
che elle erano tali, che ad ogni canto di quella città meritava che
fusse posta la statua di lui e che, per averla egli rinovata, la metà di
quello stato non sarebbe stata bastante a rimunerar le fatiche e virtù
di Giulio. A che rispose il cardinale Giulio essere più padrone di quello
stato che non era egli. E perché era Giulio amorevolissimo e
specialmente degli amici, non è alcuno segno d'amore e di carezze
che Giorgio non ricevesse da lui.
Il qual Vasari partito di Mantova et andato a Vinezia e di là tornato a
Roma, in quel tempo a punto che Michelagnolo aveva scoperto nella
cappella il suo Giudizio mandò a Giulio, per Messer Nino Nini da
Cortona, segretario del detto cardinale di Mantova, tre carte de' sette
peccati mortali ritratti dal detto Giudizio di Michelagnolo, che a Giulio
furono oltre modo carissimi, sì per essere quello ch'egli erano, e sì
perché, avendo allora a fare al cardinale una cappella in palazzo, ciò
fu un destargli l'animo a maggior cose che quelle non erano che
aveva in pensiero. Mettendo dunque ogni estrema diligenza in fare un
cartone bellissimo, vi fece dentro con bel capriccio quando Pietro et
Andrea chiamati da Cristo lasciano le reti per seguitarlo, e di
pescatori di pesci divenire pescatori d'uomini. Il quale cartone, che
riuscì il più bello che mai avesse fatto Giulio, fu poi messo in opera da
Fermo Guisoni, pittore e creato di Giulio, oggi eccellente maestro.
Essendo non molto dopo i soprastanti della fabbrica di San Petronio di
Bologna desiderosi di dar principio alla facciata dinanzi di quella
chiesa, con grandissima fatica vi condussono Giulio in compagnia
d'uno architetto milanese, chiamato Tofano Lombardino, uomo allora
molto stimato in Lombardia per molte fabbriche che si vedevano di
sua mano. Costoro dunque avendo fatti più disegni, et essendosi
quegli di Baldassarre Peruzzi sanese perduti, fu sì bello e bene
ordinato uno che fra gli altri ne fece Giulio, che meritò riceverne da
quel popolo lode grandissima e con liberalissimi doni esser
riconosciuto nel suo ritornarsene a Mantova. Intanto, essendo di que'
giorni morto Antonio Sangallo in Roma, e rimasi perciò in non piccolo
travaglio i deputati della fabbrica di San Piero, non sapendo essi a cui
voltarsi per dargli carico di dovere con l'ordine cominciato condurre sì
gran fabbrica a fine, pensarono niuno potere esser più atto a ciò che