Page 1211 - Giorgio Vasari
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cose  sue,  volle  Gian  Matteo  Giberti,  vescovo  di  quella  città,  che  la

               tribuna  del  Duomo  di  Verona,  come  s'è  detto  altrove,  fusse  tutta
               dipinta dal Moro Veronese con i disegni di Giulio. Il quale fece al Duca
               di Ferrara molti disegni per panni d'arazzo, che furono poi condotti di
               seta e d'oro da maestro Niccolò e Giovan Batista Rosso fiaminghi, che

               ne  sono  fuori  disegni  in  istampa,  stati  intagliati  da  Giovan  Batista
               Mantovano,  il  quale  intagliò  infinite  cose  disegnate  da  Giulio  e
               particolarmente, oltre a tre carte di battaglie intagliate da altri, un

               medico ch'apicca le coppette sopra le spalle a una femina, una Nostra
               Donna che va in Egitto, e Giuseppo ha a mano l'asino per la cavezza,
               et alcuni Angeli fanno piegare un dattero perché Cristo ne colga de'
               frutti. Intagliò similmente il medesimo col disegno di Giulio una lupa
               in sul Tevere che allatta Remo e Romulo, e quattro storie di Plutone,

               Giove e Nettunno che si dividono per sorte il cielo, la terra et il mare.
               Similmente la capra Alfea che, tenuta da Melissa, nutrisce Giove. Et in
               una carta grande molti uomini in una prigione, con varii ornamenti,

               cruciati. Fu anche stampato, con invenzione di Giulio, il parlamento
               che fecero alle rive del fiume con l'esercito Scipione et Annibale; la
               natività di San Giovanni Batista intagliata da Sebastiano da Reggio, e
               molte altre state intagliate e stampate in Italia. In Fiandra parimente
               et in Francia sono state stampate infinite carte con i disegni di Giulio,

               delle quali, come che bellissimi sieno, non accade far memoria; come
               neanche di tutti i suoi disegni, avendone egli fatto, per modo di dire,
               le  some.  E  basti  che  gli  fu  tanto  facile  ogni  cosa  dell'arte,  e

               particolarmente il disegnare, che non ci è memoria di chi abbia fatto
               più di lui. Seppe ragionare Giulio, il quale fu molto universale, d'ogni
               cosa, ma sopra tutto delle medaglie, nelle quali spese assai danari e
               molto  tempo  per  averne  cognizione.  E  se  bene  fu  adoperato  quasi
               sempre in cose grandi, non è però che egli non mettesse anco talor

               mano a cose menomissime per servigio del suo signore e degl'amici,
               né aveva sì tosto uno aperto la bocca per aprirgli un suo concetto,
               che l'aveva inteso e disegnato.

               Fra le molte cose rare che aveva in casa sua, vi era in una tela di
               rensa  sottile  il  ritratto  naturale  d'Alberto  Duro  di  mano  di  esso

               Alberto, che lo mandò come altrove si è detto, a donare a Raffaello
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