Page 1204 - Giorgio Vasari
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questa  parte  mostrò  esser  vario,  ricco  e  copioso  d'invenzione  e
               d'artifizio. Poco lontano si vede Psiche che, mentre ha intorno molte
               femine che la servono e la presentano, vede nel lontano fra i poggi
               spuntar Febo col suo carro solare, guidato da quattro cavalli, mentre
               sopra certe nuvole si sta Zefiro tutto nudo a giacere, che soffia, per

               un  corno  che  ha  in  bocca,  suavissime  aure  che  fanno  gioconda  e
               placida l'aria che è d'intorno a Psiche. Le quali storie furono, non sono
               molti anni, stampate col disegno di Batista Franco viniziano, che le

               ritrasse in quel modo appunto che elle furono dipinte, con i cartoni
               grandi  di  Giulio  da  Benedetto  da  Pescia  e  da  Rinaldo  Mantovano,  i
               quali  misero  in  opera  tutte  queste  storie,  eccetto  che  il  Bacco,  il
               Sileno et i due putti che poppano la capra. Ben è vero che l'opera fu
               poi quasi tutta ritocca da Giulio, onde è come fusse tutta stata fatta

               da lui. Il qual modo, che egli imparò da Raffaello suo precettore, è
               molto utile per i giovani che in esso si esercitano, perché riescono per
               lo più eccellenti maestri. E se bene alcuni si persuadono essere da più

               di chi gli fa operare, conoscono questi cotali, mancata la guida loro
               prima  che  siano  al  fine,  o  mancando  loro  il  disegno  e  l'ordine
               d'operare,  che  per  aver  perduta  anzi  tempo  o  lasciata  la  guida,  si
               trovano come ciechi in un mare d'infiniti errori.

               Ma tornando alle stanze del T., si passa da questa camera di Psiche in
               un'altra  stanza  tutta  piena  di  fregi  doppi  di  figure  di  basso  rilievo,

               lavorate  di  stucco,  col  disegno  di  Giulio,  da  Francesco  Primaticcio
               bolognese, allora giovane, e da Giovambatista Mantovano. Ne' quali
               fregi  è  tutto  l'ordine  de'  soldati  che  sono  a  Roma  nella  colonna
               Traiana, lavorati con bella maniera. Et in un palco, o vero soffittato

               d'una  anticamera,  è  dipinto  a  olio  quando  Icaro,  ammaestrato  dal
               padre Dedalo, per volere troppo alzarsi volando, veduto il segno del
               cancro, il carro del sole tirato da quattro cavalli in iscorto vicino al
               segno del leone, rimane senz'ali, essendo dal calore del sole distrutta

               la cera; et appresso il medesimo precipitando si vede in aria quasi
               cascare addosso a chi lo mira, tutto tinto nel volto di color di morte.
               La  quale  invenzione  fu  tanto  bene  considerata  et  immaginata  da
               Giulio, ch'ella par proprio vera: perciò che vi si vede il calore del sole,

               friggendo, abruciar l'ali del misero giovane, il fuoco acceso far fumo,
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