Page 1202 - Giorgio Vasari
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fattosi venire un suo favorito cavallo chiamato Luggeri, glielo donò; e
montato che Giulio vi fu sopra, se n'andarono fuor della porta di S.
Bastiano, lontano un tiro di balestra, dove sua eccellenza aveva un
luogo e certe stalle chiamato il T., in mezzo a una prateria, dove
teneva la razza de' suoi cavalli e cavalle. E quivi arrivati, disse il
marchese che arebbe voluto, senza guastare la muraglia vecchia,
accomodare un poco di luogo da potervi andare e ridurvisi tal volta a
desinare, o a cena per ispasso.
Giulio, udita la volontà del marchese, veduto il tutto, e levata la
pianta di quel sito, mise mano all'opera; e servendosi delle mura
vecchie fece in una parte maggiore la prima sala, che si vede oggi
all'entrare, col seguito delle camere che la mettono in mezzo. E
perché il luogo non ha pietre vive, né commodi di cave da potere far
conci e pietre intagliate, come si usa nelle muraglie da chi può farlo,
si servì di mattoni e pietre cotte, lavorandole poi di stucco. E di
questa materia fece colonne, base, capitegli, cornici, porte, finestre
et altri lavori, con bellissime proporzioni: e con nuova e stravagante
maniera gl'ornamenti delle volte, con spartimenti dentro bellissimi e
con ricetti riccamente ornati. Il che fu cagione che, da un basso
principio, si risolvesse il marchese di far poi tutto quello edifizio a
guisa d'un gran palazzo, perché Giulio fatto un bellissimo modello,
tutto fuori e dentro nel cortile d'opera rustica, piacque tanto a quel
signore che, ordinata buona provisione di danari e da Giulio condotti
molti maestri, fu condotta l'opera con brevità al suo fine. La forma del
quale palazzo è così fatta: è questo edifizio quadro et ha nel mezzo
un cortile scoperto a uso di prato, o vero piazza, nella quale sboccano
in croce quattro entrate. La prima delle quali in prima vista trafora, o
vero passa, in una grandissima loggia che sbocca per un'altra nel
giardino, e due altre vanno a diversi appartamenti, e queste sono
ornate di stucchi e di pitture. E nella sala, alla quale dà entrata la
prima, è dipinta in fresco la volta fatta in varii spartimenti, e nelle
facciate sono ritratti di naturale tutti i cavalli più belli e più favoriti
della razza del marchese, et insieme con essi i cani di quello stesso
mantello, o macchie, che sono i cavalli, co' nomi loro; che tutti furono
disegnati da Giulio e coloriti sopra la calcina a fresco da Benedetto