Page 1201 - Giorgio Vasari
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pittura eccellente.
Giulio in tanto, essendo molto dimestico di Messer Baldassarri Turrini
da Pescia, fatto il disegno e modello, gli condusse sopra il monte
Ianicolo, dove sono alcune vigne che hanno bellissima veduta, un
palazzo con tanta grazia e tanto commodo, per tutti quegl'agi che si
possono in un sì fatto luogo disiderare, che più non si può dire. Et
oltre ciò furono le stanze non solo adornate di stucchi, ma di pittura
ancora, avendovi egli stesso dipinto alcune storie di Numa Pompilio
che ebbe in quel luogo il suo sepolcro. Nella stufa di questo palazzo
dipinse Giulio alcune storie di Venere e d'Amore, e d'Apollo e di
Iacinto con l'aiuto de' suoi giovani, che tutti sono in istampa. Et
essendosi del tutto diviso da Giovanfrancesco, fece in Roma diverse
opere d'architettura, come fu il disegno della casa degli Alberini in
Banchi, se bene alcuni credono che quell'ordine venisse da Raffaello;
e così un palazzo, che oggi si vede sopra la piazza della Dogana di
Roma, che è stato per essere di bello ordine posto in istampa. E per
sé fece sopra un canto del Macello de' Corbi, dove era la sua casa
nella quale egli nacque, un bel principio di finestre, il quale, per poca
cosa che sia, è molto grazioso. Per le quali sue ottime qualità,
essendo Giulio dopo la morte di Raffaello per lo migliore artefice
d'Italia celebrato, il conte Baldassarre Castiglioni, che allora era in
Roma ambasciadore di Federigo Gonzaga, marchese di Mantova et
amicissimo come s'è detto di Giulio, essendogli dal marchese suo
signore comandato che procacciasse di mandargli un architettore per
servirsene ne' bisogni del suo palagio e della città, e particolarmente
che arebbe avuto carissimo Giulio, tanto adoperò il conte con prieghi
e con promesse, che Giulio disse che andrebbe ogni volta, pur che ciò
fusse con licenza di papa Clemente. La quale licenza ottenuta,
nell'andare il conte a Mantova, per quindi poi andare, mandato dal
Papa, all'imperadore, menò Giulio seco, et arrivato, lo presentò al
marchese che, dopo molte carezze, gli fece dar una casa fornita
orrevolmente e gl'ordinò provisione, et il piatto per lui, per Benedetto
Pagni suo creato e per un altro giovane che lo serviva; e, che è più,
gli mandò il marchese parecchie canne di veluto e raso, altri drappi e
panni per vestirsi; e dopo, intendendo che non aveva cavalcatura,