Page 1197 - Giorgio Vasari
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Era il partimento di questa sala, perché era bassa, stato con molto
               giudizio  disegnato  da  Raffaello,  il  quale  aveva  messo  ne'  canti  di
               quella, sopra tutte le porte, alcune nicchie grandi, con ornamento di
               certi  putti  che  tenevano  diverse  imprese  di  Leone,  gigli,  diamanti,
               penne et altre imprese di casa Medici. E dentro alle nicchie sedevano

               alcuni  papi  in  pontificale  con  un'ombra  per  ciascuno  dentro  alla
               nicchia. Et intorno ai detti papi erano alcuni putti a uso d'Angioletti,
               che tenevano libri et altre cose a proposito in mano. E ciascun papa

               aveva dalle bande due virtù, che lo mettevano in mezzo, secondo che
               più  aveva  meritato;  e  come  Pietro  apostolo  aveva  da  un  lato  la
               Religione, dall'altro la Carità o vero Pietà, così tutti gli altri avevano
               altre  simili  virtù,  et  i  detti  papi  erano  Damaso  Primo,  Alessandro
               Primo,  Leon  Terzo,  Gregorio,  Salvestro  et  alcuni  altri:  i  quali  tutti

               furono  tanto  bene  accommodati  e  condotti  da  Giulio,  il  quale  in
               quest'opera a fresco fece i migliori che si conosce, che vi durò fatica e
               pose diligenza, come si può vedere in una carta d'un San Salvestro,

               che  fu  da  lui  proprio  molto  ben  disegnata,  et  ha  forse  molto  più
               grazia che non ha la pittura di quello; benché si può affermare che
               Giulio  esprimesse  sempre  meglio  i  suoi  concetti  ne'  disegni,  che
               nell'operare o nelle pitture, vedendosi in quelli più vivacità, fierezza
               et affetto. E ciò potette forse avvenire perché un disegno lo faceva in

               un'ora, tutto fiero et acceso nell'opera, dove nelle pitture consumava
               i mesi e gl'anni; onde, venendogli a fastidio, e mancando quel vivo et
               ardente  amore  che  si  ha  quando  si  comincia  alcuna  cosa,  non  è

               maraviglia se non dava loro quell'intera perfezzione che si vede ne'
               suo' disegni.

               Ma  tornando  alle  storie,  dipinse  Giulio  in  una  delle  faccie  un
               parlamento che Gostantino fa a' soldati, dove in aria appare il segno
               della croce in uno splendore con certi putti e lettere che dicono: "In
               hoc signo vinces". Et un nano che a' piedi di Gostantino si mette una

               celata in capo è fatto con molta arte. Nella maggior facciata poi, è
               una battaglia di cavalli, fatta vicino a ponte Molle, dove Gostantino
               mise in rotta Massenzio. La quale opera, per i feriti e morti che vi si
               veggiono, e per le diverse e strane attitudini de' pedoni e cavalieri

               che combattono aggruppati, fatti fieramente, è lodatissima, senzaché
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