Page 1189 - Giorgio Vasari
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infino allora fusse nel mondo. Et in su quella accompagnò, per potere
               andare in San Pietro, alcune scale così comode e ben fatte, che fra
               l'antiche e moderne non si è veduto ancor meglio. E similmente la
               cappella  Paulina,  dove  si  ha  da  mettere  il  Sacramento,  che  è  cosa
               vezzosissima e tanto bella, e sì bene misurata e partita, che per la

               grazia  che  si  vede  pare  che  ridendo  e  festeggiando  ti  s'appresenti.
               Fece Antonio la fortezza di Perugia, nelle discordie che furono tra i
               perugini et il Papa. La quale opera (nella quale andarono per terra le

               case de' Baglioni) fu finita con prestezza maravigliosa, e riuscì molto
               bella.  Fece  ancora  la  fortezza  d'Ascoli,  e  quella  in  pochi  giorni
               condusse a tal termine, ch'ella si poteva guardare. Il che gl'ascolani
               et altri non pensavano che si dovesse poter fare in molti anni. Onde
               avenne nel mettervi così tosto la guardia, che que' popoli restarono

               stupefatti,  e  quasi  non  credevano.  Rifondò  ancora  in  Roma,  per
               difendersi dalle piene quando il Tevere ingrossa, la casa sua in strada
               Giulia.  E  non  solo  diede  principio,  ma  condusse  a  buon  termine  il

               palazzo che egli abitava vicino a San Biagio, che oggi è del cardinale
               Riccio da Monte Pulciano, che l'ha finito con grandissima spesa e con
               ornatissime  stanze,  oltre  quelle  che  Antonio  vi  aveva  speso,  che
               erano state migliaia di scudi.

               Ma tutto quello che Antonio fece di giovamento e d'utilità al mondo è
               nulla a paragone del modello della venerandissima e stupendissima

               fabbrica di San Pietro di Roma. La quale, essendo stata a principio
               ordinata  da  Bramante,  egli  con  ordine  nuovo  e  modo  straordinario
               l'aggrandì e riordinò, dandole proporzionata composizione e decoro,
               così nel tutto come ne' membri, come si può vedere nel modello fatto

               per mano d'Antonio d'Abaco suo creato, di legname, et interamente
               finito; il quale modello, che diede ad Antonio nome grandissimo, con
               la pianta di tutto l'edifizio sono stati dopo la morte d'Antonio Sangallo
               messi in istampa dal detto Antonio d'Abaco, il quale ha voluto perciò

               mostrare quanta fusse la virtù del Sangallo, e che si conosca da ogni
               uomo il parere di quell'architetto, essendo stati dati nuovi ordini in
               contrario da Michelagnolo Buonarroti; per la quale riordinazione sono
               poi  nate  molte  contese,  come  si  dirà  a  suo  luogo.  Pareva  a

               Michelagnolo, et a molti altri ancora che hanno veduto il modello del
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